Quello che i tifosi non si aspettavano è diventato realtà: cambiano gli scenari ma la musica no. Non ci sono dubbi sui prossimi sviluppi.
Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Sembra la classica frase matematica da proprietà commutativa che però, in questo caso, si sposa a pennello con la situazione attuale della Juventus.
Il nuovo allenatore, Thiago Motta, è sicuramente l’artefice di questi primi successi stagionali arricchiti da un campagna acquisti degna di nota. Il football director, Cristiano Giuntoli, con l’aiuto del fedele collaboratore Giuseppe Pompilio, ha messo a segno colpi da cineteca.
Teun Koopmeiners, Douglas Luiz e Nico Gonzalez, giusto per elencarne alcuni, sono andati a rinvigorire una squadra già di per sé estremamente competitiva e arrembante su più fronti, considerando lo spessore dei tesserati.
Per Dusan Vlahovic, mettere la palla in rete, non sarà poi così complicato. Nonostante una partenza estiva in sordina e con poche prestazioni degne di nota, il bomber serbo si candida a scippare il titolo di capocannoniere alla concorrenza e festeggiare finalmente con i colori bianconeri.
Dietro ad una squadra vincente, vi è sempre una dirigenza e un team con lo stesso modus operandi. Thiago Motta, sin dal suo insediamento a Torino, non si è mai nascosto dietro ad un dito e ha messo subito nero su bianco: chi doveva andarsene non lo ha saputo di certo dal giornale!
Il tecnico italo-brasiliano ha un modo pragmatico, deciso e determinato di affrontare le sfide e, soprattutto, il calcio in generale. Sin dalle sue ultime partite da calciatore, aveva dimostrato questa sua grandissima abilità tecnica che ora si è tramutata in consolidata esperienza da allenatore. C’è chi lo ricorda uguale al suo predecessore Max Allegri, ecco di chi si tratta.
L’attuale calciatore del Toronto FC, Federico Bernardeschi, ha voluto parlare in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, della Juventus e dell’attuale periodo che la società sta vivendo col cambio tecnico in panchina.
Ecco le sue parole: “La sua sensibilità, quella dei grandi campioni, inoltre ha l’esperienza giusta per fare bene. Alle idee di calcio unisce il coraggio: non importa l’età se uno è forte lo fa giocare. Lui guarda alla personalità ed alla qualità. Alla Juventus ha portato una nuova filosofia: si comincia tutti da zero, giovani, senatori, veterani, tutti sono invogliati a dare di più. Era successo anche nel primo ciclo di Allegri”.