Mondiali 2030 shock, cambia la sede | Una decisione che lascia tutti senza parole
Fulmine a ciel sereno in vista dei Mondiali 2030: un cambio di programma improvviso lascia tutti senza parole. Modifiche sulla sede.
Le nazionali hanno spinto il tasto play sui campionati europei e non. In Europa al via la Nations League, una competizione molto più importante di quello che si possa pensare visto che le quattro migliori squadre della Nations League (che non si siano già qualificate) potranno staccare il pass per la prossima kermesse iridati ai playoff.
Due gli spunti di questa Nations League: il successo (3-1), in rimonta dopo un inizio choc, dell’Italia, corsara in Francia dopo settanta anni. E la rete di Cristiano Ronaldo in Portogallo-Croazia 2-1: la novecentesima del fuoriclasse lusitano in carriera. Un dato impressionante.
In Sudamerica, invece, le partite sono proprio per la qualificazione al Mondiale, la cui 23esima edizione della fase finale si svolgerà in Canada, Messico e Stati Uniti, e sarà qualcosa di storico se non fosse per l’ampliamento da 32 addirittura a 48 squadre.
L’Argentina continua a vincere (senza subire in gol) nel segno degli italiani: Paulo Dybala mette da parte i problemi contrattuali (è in scadenza di contratto) con la Roma ritrovando il gol, Lautaro Martinez, uno dei 30 candidati al Pallone d’Oro, quella verve realizzativa con l’Albiceleste non l’ha mai persa. Tant’è.
Ecco che cosa sta succedendo
Ci ha pensato Vinicius Junior a destabilizzare tutto il mondo del calcio con un’intervista pesantissima, trasformatasi in accuse verso il mondo spagnolo, uno dei paesi che ospiterà il Mondiale 2030, afflitto – a dire del brasiliano – dalla piaga del razzismo.
“Se questa situazione del razzismo non dovesse evolversi prima del 2030, i Mondiali dovrebbero essere spostati. Spero che la Spagna possa evolversi e capire quanto sia grave insultare qualcuno per il colore della sua pelle”. Parole fortissime tuonate dall’attaccante del Real Madrid, su un tema che sta molto a cuore a UEFA e, soprattutto, FIFA.
Una battaglia continua
Vinicius non le ha mandate a dire affatto. Stanco e stufo, a suo dire, di ricevere insulti a sfondo razzista (in Italia c’è un caso molto simile, fatto esplodere da Mike Maignan) ha continuato la sua personalissima battaglia senza peli sulla lingua, lasciando tutti a bocca aperta.
“Voglio fare tutto il possibile perché le cose cambino – tuona il brasiliano – perché in Spagna ci sono molte persone, la maggioranza, che non sono razziste. È un piccolo gruppo che finisce per incidere sull’immagine di un paese in cui è molto bello vivere. Adoro il Real Madrid, amo la Spagna, speriamo che le cose possano evolversi di più”. La FIFA prende appunti e sorveglierà questa situazione, c’è da scommetterci.