Inizia male e finisce peggio la prima del Milan nella nuova Champions League. Ribaltone Reds, ma non si parla d’altro che della tragedia.
Una rondine non fa primavera quando deve, figuriamoci alle porte dell’autunno. Lo si era capito si da subito che quel 4-0 in campionato contro il Venezia era figlio dell’arrendevolezza di un’avversaria squadra, quella di Eusebio Di Francesco, che si era fatta del male da sola, a prescindere dalla prestazione sufficiente e poco più del Milan.
La goleada contro il Venezia è servita solo a allontanare le polemiche per tre giorni, ma non ha risolto tutti i suoi problemi, a prescindere dalla manifesta superiorità del Liverpool. Il Milan di Fonseca ha problemi abbastanza evidenti.
Nonostante l’illusorio vantaggio con Pulisic, il Milan è ben presto caduto sotto i colpi di una squadra sì superiore ma che ha sfruttano le evidenti lacune rossonere, come in occasione delle due reti con cui i Red hanno ribaltato il risultato prima del mortifero 3-1.
Due reti uguali, identiche, su palla inattiva. Da lì in poi il Milan ha smesso di giocare, consegnandosi a una squadra più forte, senza però la verve di chi vuole comunque competere e performare, a prescindere da chi ci sia di fronte. Un Milan che prende troppi gol, un Milan che non conosce per il momento il significato della parola equilibrio.
Al termine della sconfitta all’esordio in Champions League, è scoppiata la contestazione dei rossoneri, proprio nella settimana che si concluderà con il derby. Un derby sempre perso negli ultimi cinque incroci.
Parole inequivocabili tendente a degli insulti quelli del popolo rossonero ai giocatori, un tempo beniamini e ora bersaglio mobile. La squadra di Fonseca ha perso pure l’appoggio del cuore del loro tifo, la Curva Sud, che nei minuti finali del match con i Reds ha fischiato la squadra e invitato i calciatori a tirare fuori gli attributi. Non proprio il massimo con il derby alle porte.
La tragedia sportiva si unisce a quella avvenuta la notte prima della sfida contro il Liverpool. Un uomo è stato investito nel tratto di autostrada tra Seriate e Bergamo, nei pressi dell’aeroporto di Orio al Serio, prima del decesso.
Era un irlandese, 51 anni, arrivato in Italia per vedere il suo amato Liverpool al Meazza. Il biglietto della partita gli è stato trovato nelle tasche. Le indagini della polizia stradale di Seriate hanno prodotto finora l’ipotesi più probabile, secondo cui il 51enne irlandese stava cercando il proprio albergo prima di essere investito: da capire se sia stato tradito dalle indicazioni del navigatore, oppure se in uno stato psicofisico alterato.