Pirateria, galera per tutti: non guardare più le partite col pezzotto | La legge è approvata
Meglio non guardare più le partite col pezzotto. Arrivano le misure contro la pirateria: galera per tutti.
Erano ormai mesi che i vertici di chi detiene i diritti tv del calcio italiano annunciavano una dura lotta contro la pirateria. Alla fine sono arrivate le nuove misure che terrorizzano coloro che hanno deciso di non pagare le classiche piattaforme che operano in Italia e offrono abbonamenti per poter seguire lo sport e il calcio.
Da anni, ormai, sono emerse piattaforme parallele a pagamento e illegali che permettono – previo pagamento di somme minori rispetto ai network riconosciuti – di guardare tutte le partite della Serie A comodamente dal pc o dalla tv.
Tuttavia, arriva una vera e propria stretta su questo fenomeno, con inasprimento delle pene e giudizi più severi. Adesso per scoraggiare la pirateria ci sarà la galera per tutti. Vediamo di che cosa si tratta e perché sarà meglio non guardare più le partite col pezzotto.
Pene più severe in arrivo
L’approvazione dell’emendamento 6.0.35 conferisce delle modifiche alla normativa relativa ai provvedimenti urgenti e cautelari dell’Agcom per la disabilitazione e accesso a contenuti diffusi abusivamente. La modifica ha permesso l’aggiunta della dicitura “fornitori di servizi di vpn e quelli che di dns pubblicamente disponibili“. Una volta appurato il reato, inoltre, è previsto un limite temporale allo stop alle trasmissioni.
Si trattano delle nuove misure contro il pezzotto, che adesso prevedono anche il carcere per coloro che non denunciano la truffa dopo averne preso conoscenza. Il via libera è arrivato dalle commissioni Bilancio e Finanze con gli emendamenti anti-pezzotto che vanno a modificare le leggi contro la pirateria.
Chi potrà andare in carcere
Nel testo si prevede la possibilità del carcere fino ad un anno per coloro che fungono da prestatori di servizi di accesso alla rete in caso di omissione della segnalazione di trasmissioni pirata. Dunque, a rischiare non saranno chi usufruisce del servizio, ma i fornitori di servizi della società dell’informazione, i prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e gli operatori di content delivery network.
Rischiano anche gli hosting provider che operano come reverse proxy server per siti web e i fornitori di servizi di sicurezza internet e dns distribuiti. Sono confermate anche le multe automatiche per chi commette delitti informatici, anche per i clienti del pezzotto, con sanzioni da 150 a 5.000 euro.