“Faccio il cameriere”: l’ex Serie A ridotto così | Una fine assurda
Non è tutto oro quello che luccica: la carriera da giocatore nasconde incognite che si concretizzano alla fine. Chiedete a un ex Serie A.
Dedicato ai bambini che sognano un futuro da giocatori e pensano chissà chi. Dedicato ai giovani che lasciano gli studi, convinti che fare il calciatore sia tutto oro e zero problemi. Dedicato anche ai genitori, quelli che mettono un foglio di 10-12 anni in mano ai procuratori, o simili.
La carriera di un giocatore è ricca di insidie, in primis, come tutti i lavori. Vivere in un’altra città, senza famiglia, insidie digitali come tutti. Pro e contro come qualsiasi lavoro. E non ingannino i milioni e milioni di euro che girano in questa giostra chiamata calcio.
Non è tutto oro quello che luccica. Al di là dei grandi miti, si tratta di una professione che nasconde incognite che si concretizzano soprattutto a fine carriera. Già la carriera. Quanto più durare una carriera da giocatore professionista?
Dieci anni (se ti dice bene) e al netto di infortuni che in questo calcio dove non si ferma mai sono sempre dietro l’angolo. Venti anni? Magari, vuol dire esser fortunati. E poi? Poi si torna ad essere un uomo qualunque, il calcio dimentica in fretta. E, quindi, che si fa?
Un po’ di dati
Secondo gli ultimi report una carriera di un calciatore dura mediamente 15 anni, inizia verso i 18 e termina al massimo a 35. Non tutti sono lungimiranti, soprattutto in molti non valorizzare il patrimonio economico. Anche chi non sperpera i propri soldi, ha le sue criticità.
Bisogna crearsi dal nulla percorso professionale. E solo il 5% dei calciatori a fine carriera possiede milioni di euro sul proprio conto. E poi ci sono le esperienze, alcune davvero identificative da raccontare a quei bambini, giovani e anche ai genitori. Soprattutto a certi genitori.
La storia
“Aprire un’attività agroalimentare e una pizzeria mi ha dato una prospettiva oltre al calcio”. Così parlò Emil Hallfredsson, centrocampista islandese con un passato nel Tottenham e nel Barnsley, ma con tanta Italia: Reggina ed Hellas Verona, Frosinone, Udinese, Padova e perfino Virtus Verona.
“La mia carriera è stata incredibile, impossibile anche solo sognarla. Ma è stato un bel viaggio”. Altro messaggio da recapitare sempre a quei bambini, giovani, genitori, ma anche un po’ a tutti coloro che si fermano alle apparenze. “Non è stato semplice il post calcio – ammette – ma grazie alla mia attività ho capito che non esiste solo il calcio. Ora andiamo a raccogliere le olive”. E se c’è da servire i tavoli, nessun problema. Meditate bambini, giovani, e soprattutto voi: genitori!