Sinner, caso doping: ecco tutta la verità | “Voglio raccontare cosa è successo”
I successi di Sinner macchiati dalla storia del presunto doping per cui la Wada ha deciso di continuare la battaglia legale. Le novità.
Quello che Alcaraz ha tolto a Sinner all’ATP 500 di Pechino, al termine di una battaglia sportiva durata 3 ore e 21 minuti (6-7, 6-4, 7-6), gli ha ridato praticamente con gli interessi. Il clamoroso tonfo dello spagnolo a Shanghai ha fatto un bellissimo rumore per noi italiani.
Alcaraz era l’unico che poteva togliere lo scettro del potere tennistico a Sinner, ma dopo la clamorosa eliminazione ai quarti contro Machac (addirittura in due set: 7-6, 7-5), ha consegnato Jannik Sinner la (quasi) certezza di essere il 19esimo tennista della storia a chiude l’anno solare al primo posto.
Una gioia incommensurabile per un 2024 da incorniciare per l’altoatesino, con i primi suoi Slam messi in cassaforte: il primo (Melbourne) e l’ultimo (New Yok), gli altri due li ha vinti proprio Alcaraz, con il quale battaglierà da qui ai prossimi anni.
L’unico problema per Sinner è che più che pensare ad Alcaraz, deve chiudere quanto prima la storia sul presunto doping, per cui la Wada ha deciso di non far scattare i titoli di coda, con quel ricorso avverso la sentenza di non colpevolezza (o negligenza) decisa da un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions lo scorso agosto.
Ancora se ne parla
La vicenda Clostebol è praticamente chiusa per tutti, compresa l’International Tennis Integrity Agency, che ha assolto Sinner e risposto all’agenzia internazionale antidoping sottolineando l’accuratezza dell’indagine.
La Wada ci ha pensato un po’, si è presa del tempo (legittimo) prima di scioccare il mondo del tennis intero, e non solo, ricorrendo al TAS di Losanna, per l’assunzione involontaria da parte di Sinner del Clostebol, un derivato dal testosterone e molto di moda nella Germania dell’Est tra gli anni 60 e 80.
Altra carne al fuoco
“Sono dispiaciuto come tutti, ma non posso dire altro perché purtroppo non è ancora finita”. Ci ha pensato Giacomo Naldi, l’ex massaggiatore di Jannick Sinner, proprio lui, licenziato in seguito alla ormai nota vicenda della pomata, a mettere altra carne al fuoco, a margine della presentazione del progetto Open Food Factory.
“Spero, prima o poi, di poter raccontare anch’io cosa è successo per dare un quadro generale. Perché, da come è stata interpretata questa vicenda dal grande pubblico, sembra che sia stata solo colpa mia. Ma non è così”. Naldi ha confermato che il rapporto con Sinner è rimasto comunque molto buono. Speriamo possa tornare ottimo, una volta che su questa storia scorreranno i titoli di coda, quelli li metterà il TAS di Losanna, una volta per tutti.