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13 anni di reclusione: sentenza incredibile per il presidente | Il gesto violento costa caro

Manette
Il calcio in manette – pixabay – IlPosticipo.it


Caos ultrà, FIFA denunciata, compravendita di giocatori. C’è di tutto in questo calcio, anche un gesto che costa 13 anni di reclusione.

Non si fa mancare nulla questo calcio che sfocia sempre più nelle aule di tribunali, sportivi e civili. A Milano l’indagine sugli ultras che ricattano le società ha portato all’arresto, per ora, di 19 persone: tutti coinvolti, mentre la magistratura fa il suo corso, ci si chiede come andrà a finire.

E che dire della FIFA. Raccogliendo anche un sentiment comune che si sta giocando troppo, lo spagnolo insieme ad altro presidenti di federazione, con annesse svariate associazioni di calciatori, hanno presentato una causa contro l’organo che governa il calcio nel mondo per “proteggere la salute dei giocatori e salvaguardare la sostenibilità dei campionati nazionali”. Le accuse sono gravi: monopolio e abuso di posizione dominante.

Mentre in Francia, e di conseguenza in Spagna, esplode il “caso Mbappé” per una presunta indagine per stupro, che per il momento rimane latente, in Portogallo la procura lusitana ha avviato un’inchiesta sul cosiddetto “caso delle e-mail”, evidenziato in Italia dalla Gazzetta dello Sport.

Sono accusati diversi ex dirigenti del Benfica, fra cui l’ex presidente Lu¡s Filipe Vieira: c’è un po’ di tutto, dalla corruzione alla frode fiscale, passando per altri capi d’imputazione nei confronti degli indagati.

Rui Costa assolto

Una vecchia conoscenza del calcio italiano, l’ex Fiorentina e Milan Manuel Rui Costa, ora presidente del Benfica, è stato prosciolto insieme all’ex amministratore Domingos Soares de Oliveira, ma la posizione del club lusitano è tutt’altro che sicura, è stata chiesta l’esclusione da tutte le competizioni da 6 mesi a 3 anni.

Le condizioni di un calcio estremamente malato vengono confermati anche in Turchia, dove torna in hype Faruk Koca, ex presidente dell’Ankaragucu. Si, proprio lui: colui che prese a pugni e a calci l’arbitro Halil Umit Meler durante una partita contro il Rizespor.

Faruk Koca
Faruk Koca e un gesto che ha fatto il giro del mondo – ansa – IlPosticipo.it

Mano pesante in vista

Era già stato squalificato a vita per quel gesto ignobile, ma i suoi guai potrebbero essere soltanto all’inizio. Dopo quella sportiva, anche la giustizia ordinaria sta facendo il suo corso. Koca dovrà rispondere anche per le minacce nei confronti del malcapitato direttore di gara. E quel clamoroso: “Io ti ammazzo”.

Dopo l’aggressione, Meler ha trascorso due giorni all’ospedale di Ankara dove è stato trasportato per un trauma cranico. “Non dimenticherò mai quello che mi ha fatto – ha detto in una recente intervista – né lo perdonerò”. Sono stati chiesti 13 anni di reclusione per quel gesto che ha fatto il giro del mondo ed evidenziato che questo sport sta andando alla deriva.