Esplosione improvvisa, dramma sfiorato per il calciatore | Necessarie tre operazioni per salvarlo
Drammatico incidente a causa di un’esplosione improvvisa: ha dell’incredibile la storia di un calciatore che ha rischiato di morire.
Rischiare di morire su un campo da calcio, addirittura non per un malore. Allucinante soltanto a pensarci, eppure tremendamente possibile. Tanti i casi nella storia di questo sport, eppure quanto capitato nei giorni scorsi ha veramente dell’assurdo.
Non si è ancora sopito l’eco della selvaggia aggressione da parte del presidente turco nei confronti dell’arbitro. Sì perché dopo la giustizia sportiva (radiazione a vita dell’ex numero uno con tanto di sospensione del campionato) è intervenuta, ovviamente, la giustizia ordinaria.
Faruk Koca, ai tempi del fattaccio spiattellato sui social e visto in tutto il mondo, rischia fino a 13 anni di carcere a seguito del pestaggio dell’arbitro Halil Umut Meler, nell’ormai iconico recupero del match di Super Lig contro il Rizespor di dicembre 2023.
Faruk Koca è stato bandito a vita da qualsiasi evento sportivo turco, ha dovuto dimettersi dalla propria carica di presidente e ora dovrà continuare a pagare per quel folle gesto. Il direttore di gara, infatti l’ha trascinato in tribunale. E la richiesta del Pubblico Ministero ha fatto altrettanto scalpore.
Un (altro) dramma sfiorato
Certo è che l’episodio in Turchia è l’esasperazione di un gesto folle che non ha niente a che vedere con il calcio, ma rappresenta un pensiero agghiacciante, si può morire su di un campo da gioco. Ne sa qualcosa Fabio Schifano, giocatore del KSCT Menen, anche se per tutt’altri motivi.
Sembrava il classico giorno del compleanno dove ci si regala un jolly, dove tutto gira bene. Si stava facendo un (doppio) regalo da solo per i suoi 26 anni, segnando una doppietta nel match contro il Zillebeke, vinto peraltro 4-0. All’improvviso si passa dalla gioia al dolore per un dramma sfiorato.
Un’esplosione improvvisa e tre operazioni
“All’improvviso ho visto lanciare qualcosa dagli spalti. Ho pensato che fosse un fumogeno”. Schifano rivive quei momenti drammatici: “Ho visto subito il pericolo, per i compagni e per i tifosi. C’erano bambini e non volevo che qualcuno si ferisse”. Così – continua il giocatore, in uno stralcio di un’intervista su HLN – in una frazione di secondo ho deciso di rimuovere l’oggetto“.
Il problema è che quell’oggetto non era un fumogeno, ma un petardo, che proprio mentre Schifano ce lo aveva in mano, ha provocato un’esplosione improvvisa nonché la perdita di metà pollice, medio e indice. Tre dita. Tre, come gli interventi chirurgici subiti in 48 ore. Almeno la può raccontare. Una magra consolazione.