“Dovrebbe stare in un circo”: l’insulto che ha cambiato per sempre CR7 | Più nulla è stato come prima
Svelato un super retroscena su CR7: l’insulto che ha cambiato la carriera di Cristiano Ronaldo. Nulla è stato più come prima.
La sosta per gli impegni delle nazionali è stata anche l’occasione per rivedere nell’Europa che conta uno dei più forti giocatori della storia del calcio, che a 39 anni continua a ribellarsi alla carta d’identità, accumulando record su record.
Il collezionista di record ha fatto ancora parlare di sé, evidenziato il suo infinito fiuto per il gol, ma anche il suo carattere battagliero, così forte da sfociare in vere e proprie sfuriate, direttamente proporzionate alle sue marcature.
C’è ovviamene il suo autografo sul tabellino di Portogallo-Polonia 3-1. Un gol pesante, tanto per cambiare per l’attaccante dell’Al Nassr, autore del momentaneo 2-0 che spezza le gambe della Polonia, ammutolendo lo stadio di Varsavia. Upgrade dei suoi in nazionale: ora sono 133 con la maglia dei lusitani. Per arrivare a 1000 manca ancora un po’, ma CR7 ci si sta avvicinando.
In Scozia finisce 0-0. Cristiano Ronaldo non segna ma finisce comunque sotto la luce dei riflettori. Stavolta per una sfuriata clamorosa nei confronti del direttore di gara, reo a suo dire di non aver arbitrato in maniera non giusta. Già nel corso dell’incontro di Hampden Park non erano mancate le lamentele di CR7 nei confronti dell’arbitro per alcune discutibili decisioni, a fine gara l’esplosione di rabbia, con gesti talmente plateali da fare il giro del mondo. Quasi come un retroscena che ha dell’incredibile.
Ti sblocco un ricordo: che insulto!
Ci ha pensato Rio Ferdinand a sbloccare un ricordo legato a quando Van Nistelrooy parlò di Cristian Ronaldo. Ai microfoni di BTSports, l’ex difensore della nazionale inglese ha intrattenuto tutti rivelando il segreto di Cristiano Ronaldo, questione di mentalità.
“Una delle più forti mai viste“. Dalle parole ai fatti il passo è breve. “Arrivò in Inghilterra – racconta Rio Ferdinand – che era un ragazzo e se ne è andato uomo“.
L’insegnamento di una leggenda
Ruud van Nistelrooy, all’epoca titolare dell’attacco del Manchester United targato Sir Alex Ferguson, cominciò ben presto a stufarsi di certi atteggiamenti del giovane Cristiano. Un giorno sbottò così: “Dovrebbe stare in un circo“. “Ruud era l’uomo dello United all’epoca. Era quello che segnava tutti i gol – ricorda Rio Ferdinand – Eravamo in allenamento, Ronaldo stava facendo qualche trucchetto mentre Ruud correva in area. Cristiano non gli ha passato il pallone e Ruud è impazzito”.
Un insulto benefico. L’unico modo per far capire a Cristiano Ronaldo che stava sprecando il suo talento. I compagni di squadra gettarono benzina sul fuoco “Gli dicevamo di togliere il microfono a Ronaldo e dire ‘Tu non sei il vero numero 7 dello United, ci sono George Best e Beckham“. Il resto è storia mista a leggenda. L’olandese ha lasciato Old Trafford nel 2006 per andare al Real Madrid e da lì Cristiano Ronaldo è diventato CR7. Un giocatore fori dal comune, grazie al suo talento, ancora di più per la sua mentalità.