Il grido disperato di Tardelli: “È morta giovanissima” | Un lutto che lo segnerà per sempre
Non solo l’urlo più iconico di sempre per il nostro calcio, anche un grido disperato per il Tardelli Nazionale. Il retroscena.
Una carriera fuori dal comune, mai quanto quel grido passato alla storia del nostro calcio. Ancora oggi i ragazzi dell’epoca se lo ricordano, sorprende perfino la Gen Z. attuale. Probabilmente l’esultanza più bella mai vista, certamente quella più naturale.
Marco Tardelli ha superato la storia diventando leggenda proprio grazie a quel grido urlano al Santiago Bernabeu in occasione della finale mondiale tra Italia e Germania. Ancora oggi se ne parla di quel titolo vinto tra la sorpresa generale.
Sì perché quell’Italia passò il primo girone tra mille critiche e per differenza reti finendo nel girone con uno dei Brasile più forti di sempre e un’Argentina ultra competitiva. Erano l’oro le favorite, le mettemmo in fila entrambe.
Passerella in semi contro la Polonia, a Madrid ci aspetta la Germania Ovest, surclassata 3-1: sbagliamo un rigore con Cabrini ma tanto avevamo un Rossi in stato di grazia. Il 2-0 è proprio di Tardelli: una rete e un’esultanza che si tramanda di padre in figlio. Ma nella vita l’ex centrocampista della Nazionale ha emesso anche altre urla, un grido stavolta di disperazione.
Il retroscena che lo segnerà per sempre
“Un pezzo di terra, un orto, una fonte d’acqua”. In una recente intervista al Corsera, Marco Tardelli cita i versi cari a Enzo Bearzot per rivelare la sua passione per la terra. “Quando li recitava, io mi commuovevo. A Pantelleria ci starei sei mesi l’anno, è il rifugio perfetto per me e per Myrta. Ho piantato gli ulivi, due hanno il nome dei miei genitori. Il prossimo, lo chiamo Enzo”.
La gioia di un ricordo del passato sparisce davanti a un retroscena che lo segnerà per sempre. “I miei genitori mi volevano femmina – racconta l’ex Azzurro – Avevo già tre fratelli, una sorellina era morta giovanissima. E noi maschi, per la disperazione di mia madre, giocavamo tutti”.
Matrimonio e divorzio
Da giovane si è sposato la Signora, una carriera decennale vissuta in bianconero. Ma come tutte le storie di calcio, c’è un inizio e una fine. “Volevano che mi occupassi di cose che non conoscevo: bilanci, numeri. Da giocatore, me ne andai perché Boniperti mi vedeva terzino e io invece non mi ci trovavo. Mi cercò la Roma, feci un pranzo con Dino Viola ed Eriksson. Tutti d’accordo, mancava solo la firma, poi non se ne fece nulla”.
Ora il suo amore ha un nome e cognome, Myrta Merlino, giornalista, conduttrice televisiva e autrice televisiva italiana. “Una tipa tosta”. Chi può dirlo più di Tardelli. “Myrta non è semplice, un amore tardivo, ci siamo presi una bella responsabilità. Tutti ricordano sempre il primo amore: è l’ultimo, quello che ti cambia la vita”.