Retegui e quel clamoroso addio al calcio | Lo ha riportato in campo… un cane
Clamoroso retroscena legato a Mateo Retegui, capocannoniere della Serie A. L’addio al calcio e un ritorno in campo assurdo.
Roberto Mancini, per quanto criticato aspramente per il suo addio alla Nazionale turbolento e per la scelta di proverà un’esperienza durata appena quattordici mesi, è un grande allenatore nonché scopritore di talenti assoluto.
Fu proprio l’ex commissario tecnico dell’Italia campione d’Europa a perorare la causa Mateo Retegui, un italo-argentino portato in un amen in Nazionale, appena capito la possibilità di un colpo che potrebbe servire non poco a risolvere il problema centravanti Azzurro nell’era Spalletti.
Già nella passata stagione con il Genoa, al netto di qualche infortunio di troppo, aveva dato saggio delle sue doti realizzative. Quest’anno è letteralmente esploso con Gasperini. Già, il capolavoro dell’Atalanta nasce all’indomani di un infortunio dolorosissimo.
Scamacca s’infortuna gravemente nel pre-season, durante un’amichevole: rottura del legamento crociato sinistro. La Dea non fa drammi e in 48 ore chiude la trattativa con il Genoa. E ora si gode pure la buona novella: Scamacca sta bruciando le tappe, ha ricominciato a calciare il pallone e potrebbe tornare a disposizione addirittura a inizio 2025.
Retegui, riavvolgendo il nastro
Nel frattempo ci ha pensato proprio Mateo Retegui a non farlo rimpiangere: 10 gol nelle prime 10 partite, una media da un gol ogni novanta minuti che vuol dire che la Dea scende in campo consapevole di stare sull’1-0.
Riavvolgendo il nastro c’è un’altra casualità su Mateo Retegui che va oltre il passaggio dal Genoa all’Atalanta figlio di un brutto infortunio a Scamacca. Ci ha pensato Gianluca Di Marzio di Sky a rivelare un clamoroso retroscena legato all’attaccante italo-argentino.
Retegui, l’episodio che cambia la vita
La storia di Retegui è iniziata più o meno così. Casualmente, con il classico episodio che ti cambia la vita. Era l’estate 2016, Diego Mazzilli, al tempo osservatore del Boca Juniors, è davanti al mare di Pinamar: “Al papà di Mateo scappò il cane e arrivò da me”. El Chapa, soprannome di Carlos Jose Retegui, corre a scusarsi. Figurati, nessun problema. Ma tuo figlio come sta? Come mai ha smesso di giocare?”, la risposta di Mazzilli. “Rimase sorpreso da quante cose sapessi su Mateo, non capiva”.
Da quella domanda il destino ci mette lo zampino. L’effetto reazione a catena non tarda ad arrivare. “Sono un osservatore del Boca – rivelò Diego Mazzilli mi sono segnato il suo nome nel 2010”. Ebbene, nel 2010 Retegui indossava la maglia del River, prima di smettere con il calcio. Non era un addio, un semplice arrivederci. Da quell’incontro casuale Retegui tornò a giocare a pallone, il resto è storia. Tutta ancora da scrivere.