Dopo Pioli un altro allenatore italiano vola in Arabia | C’è l’UFFICIALITÀ: stipendio ricchissimo
L’Arabia Saudita cambia la strategia puntando sempre sulla Serie A. Ma sugli allenatori: dopo Pioli avanti col prossimo italiano.
Bene ma non benissimo. Potrebbe essere sintetizzata così l’alba dell’esperienza di Stefano Pioli in Arabia Saudita. Allenare Cristiano Ronaldo porta onori e oneri, l’allenatore parmense sicuramente sta arricchendo il suo bagaglio culturale-sportivo.
Ma sarà dura, se non impossibile, alzare trofei con l’Al-Nassr. CR7 e soci sono attualmente terzi, il che non è fallimentare, ma la vetta è distante sei lunghezze. Quest’anno il redivivo Al-Ittihad sta facendo meglio, secondo a un solo punti di distanza dai campioni in carica dell’Al-Hilal, primi in classifica, nonché unica squadra imbattuta della Saudi Pro League.
Nessuna critica, però, sull’allenatore del Milan. Anzi, Stefano Pioli è inquadrato come un pioniere che potrebbe favorire l’importazione del made in Italy. Esempio di una strategia di mercato nuova per i sauditi. Già, il modus operandi arabo è cambiato da un altro all’altro.
Due anni fa l’assalto frontale all’Europa, giocatori già fatti (alcuni anche in là con l’età) ricoperti d’oro a dispetto della spesa per il costo del cartellino. Una mossa che non ha portato ancora gli effetti sperati. Da qui l’inversione di tendenza.Ora si tende favorire a favorire il prodotto locale. Sognando Mourinho e Allegri, da sempre pallino dei top team in mano al Fondo PIF (proprietario di 4 squadre: Al-Hilal, Al-Ittihad, Al-Nassr e Al-Ahli), ecco l’idea di invogliare allenatori italiani a lavorare in Arabia Saudita.
Nuovi Pioli crescono
Sicuramente i top team club proveranno a prendere più Mourinho che Allegri: l’esperienza dello Special One in Turchia con il Fenerbahce sembra agli sgoccioli mentre il nome di Max è ancora in hype in Europa, visto che era finito tra i papabili allenatori del Manchester United, perfino come erede di Ancelotti se la situazione al Real Madrid dovesse precipitare.
Ma il mondo arabo non è fossilizzato su Mou e Max. Così dopo Pioli, avanti il prossimo allenatore italiano. Di chi si tratta? Di Luca Antonini. Un ex giocatore polivalente: un po’ terzino un po’ esterno di centrocampo, utilizzato sia sulla fascia sinistra ma anche destra. Ha legato la sua carriera al Milan (81 presenze) ricordi positivi lasciati anche al Genoa.
Un’altra esperienza all’estero
Ebbene, Luca Antonini, ritiratosi nel 2016, ha intrapreso la sua carriera da allenatore cominciando proprio dalle giovanili rossonere. Almeno fin quando non è arrivata l’offerta araba che il tecnico milanese ha deciso di accettare.
Antonini guiderà l’Under 17 dell’Al Nassr, lavorerà a stretto contatto con Stefano Pioli, provando a portare la visione del calcio italiano all’interno del mondo arabo, proprio come ha già fatto nella sua precedenza estera, quella dello scorso anno nell’Academy de La Liga del campionato di Dubai.