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Dalla Mercedes alla panchina della nazionale: vita svoltata completamente | Una decisione coraggiosissima

Logo Mercedes
Logo Mercedes (foto Pexels) – Ilposticipo.it

Un protagonista del calcio internazionale svela un clamoroso retroscena: ha preferito la nazionale alla Mercedes.

Ci sono storie che soltanto il calcio è in grado di regalare. Sono storie di passione, di sacrificio, di abnegazione. Storie di rinunce, storie di cui chiunque può ritrovarsi inatteso protagonista, senza preavviso alcuno. Sono quelle stesse storie che da sempre permeano il mondo del pallone e ne acuiscono il fascino.

Quella di oggi riguarda uno dei volti noti del football internazionale, trovatosi non troppo tempo fa davanti a un bivio professionale decisamente complicato. Si è trattato di scegliere fra un colosso dell’automotive, quale la Mercedes, e la panchina della nazionale, con tutti i rischi connessi.

Del resto, quello dell’allenatore è un ruolo tutt’altro che privo di insidie, con la spada di Damocle dell’esonero che pende costantemente sulla testa di chi accetta di salire sulla tolda di comando. Una decisione estremamente coraggiosa, che non tutti sarebbero stati in grado di prendere, soprattutto quando sull’altro piatto della bilancia c’è un contratto con una casa automobilistica celebre in ogni angolo del pianeta.

Nonostante tutte le elucubrazioni e considerazioni personali che possono essere fatte in relazione a questa notizia, il diretto interessato rifarebbe senza esitazione quella scelta. Questo, alla fine, è ciò che realmente conta: trovare il proprio posto nel pianeta. Lui ci è riuscito ed è felice.

Rifiutare la Mercedes per la nazionale: storia di una scelta affatto scontata

Avere qualche tentennamento, qualche esitazione, qualche ripensamento di fronte a un simile spartiacque nella propria carriera è normale. Eppure, a volte, decidere di rischiare è la soluzione migliore: non la più semplice, ma “audere”, per citare Gabriele D’Annunzio, di tanto in tanto può ripagare.

Chiedere, per conferma ulteriore, al commissario tecnico del Belgio, Domenico Tedesco. Lui, nato da genitori italiani e cresciuto in Germania sin dall’età di tre anni, si è trovato in tempi non sospetti al cospetto del dubbio della vita: posto di lavoro sicuro in Mercedes o avventura nel calcio che conta? Il fatto che sieda oggi sulla panchina di una delle nazionali più forti d’Europa indica che ha scelto, con successo, la seconda opzione.

Domenico Tedesco, ct del Belgio
Domenico Tedesco, ct del Belgio (foto LaPresse) – Ilposticipo.it

Domenico Tedesco e il dubbio della vita: ha lasciato la Mercedes per il calcio

A entrare nel merito della questione è stato proprio il ct, nel corso di un’intervista concessa ai colleghi de “La Gazzetta dello Sport”. Nel 2012, quando aveva appena 27 anni, ha lasciato il lavoro da ingegnere con contratto a tempo indeterminato alla Mercedes, per abbracciare un’esperienza biennale alla guida dell’Under 17 dello Stoccarda.

Un pericolo enorme a livello professionale, ma adesso Tedesco può dire di non essersi pentito e sogna di allenare in Italia, prima o poi…