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Gianni Agnelli preso a schiaffi dal campione: il retroscena anni dopo la sua morte | È successo tutto negli spogliatoi

Silvio Berlusconi e Gianni Agnelli
Gianni Agnelli in compagnia di Silvio Berlusconi – ansa – IlPosticipo.it

Incredibile retroscena rivelato su Gianni Agnelli, schiaffeggiato da un campione che non avrebbe mai vestito la maglia della Juventus.

Per tutti, l’Avvocato. Ovviamente con la A maiuscola. Uno dei personaggi entrati di diritto nella storia dell’Italia, ma anche nello sport. Un presidente, o meglio il presidente della Juventus, senza dimenticare l’altro suo grande amore: la Ferrari, in tutte le sue sfumature.

Gianni Agnelli, basta soltanto nominarlo ancora oggi, a quasi 22 anni dalla sua scomparsa, per ancora la sua aura fortissima, presente e tangibile. Una delle figure storiche del nostro Paese, quella definita da un fascino particolare.

Nato poco dopo il primo dopo guerra, dopo la morte del padre viene allevato dal nonno Giovanni, fondatore della Fiat. Durante la Seconda Guerra Mondiale è arruolato e combatte sul fronte russo e in Nord Africa. Rientrato in Italia nel 1941, si laurea in Giurisprudenza all’Università di Torino, da lì in poi sarebbe stato per tutti: l’Avvocato.

Entra nel calcio juventino nel 1947, trasformandolo. Sette anni indimenticabile, caratterizzato dalla creazione di una squadra che vince due scudetti, con i campioni danesi Hansen e Praest e il giovane italiano più promettente, Giampiero Boniperti.

Agnelli e lo stile Juventus

Al di là dei trofei è il concept di Gianni Agnelli che colpisce: la sua Signora non deve solo vincere, ma ammaliare per quel gusto quasi edonistico per il bello, bisogna perseguire il successo con stile. Sì, quello stile Juventus che da lì in poi risentirà dell’esperienza settennale di Gianni Agnelli alla guida della Juventus.

Una passione autentica in bianconero. Seguiva sempre la squadra, dagli allenamenti alle partite, Grazie a lui arrivarono campioni come Anastasi, il suo idolo, ma soprattutto Boniperti: lo ingaggiò come giocatore, divenne capitano, prima di essere uno dei presidenti del club torinesi. Ne sarebbe potuto arrivare un altro di campione nella Torino bianconero, ma non fu così.

Paul Gascoigne
Paul Gascoigne ai tempi della nazionale inglese – ansa – IlPosticipo.it

Che retroscena!

Alla Juventus sarebbe potuto arrivare un certo Paul Gascoigne, sì proprio lui: uno dei geni maledetti del calcio. Fu l’iconico John Barnes (stella del Liverpool) a rivelarlo in un racconto su Football Passion. Accadde negli anni ’90. Italia e Inghilterra devono accontentarsi della finalina per il terzo e quarto posto nel Mondiale ospitato proprio dagli Azzurri. Al termine di quella sfida, a Bari, vinta dalla Nazionale di Vicini con un rigore di Baggio alquanto discusso, nello spogliatoio inglese entra un signore circondato da quattro giganteschi bodyguard.

Quel signore era proprio Gianni Agnelli: voleva incontrare Paul Gascoigne. Gazza era sotto la doccia, quando uscì lo prese sottobraccio e gli schiaffeggiò ripetutamente la testa. I bodyguard lo bloccarono immediatamente, stoppata sul nascere anche la trattativa per portarlo a Torino. Gazza era top, ma non aveva lo stile Juventus.