La Serie C e il lavoro in ufficio, ora è un punto fisso in Nazionale | Impatto pazzesco
La sua vita è cambiata nel giro di pochissimi mesi e adesso è una delle colonne della nostra nazionale di calcio. Scopriamo chi è
Il calcio è in grado di regalare delle gioie inaspettate e di stravolgere gli equilibri in pochissimo tempo. Giocatori che fino a qualche tempo prima erano dei gregari o comunque non dei protagonisti che in pochissimo tempo sono esplosi fino a raggiungere traguardi insperati.
Chiaramente bisogna fare i conti anche con l’altra faccia della medaglia, ovvero quella della parabola discendente. Molti calciatori infatti non riescono a confermarsi di una stagione esaltante. Altri magari calano nel tempo fino a dover ridimensionare le proprie ambizioni.
Stavolta ci concentreremo sul primo caso e su una vicenda decisamente felice. Un chiaro esempio di quanto il provarci con insistenza alla lunga può pagare. Ovviamente ci vuole anche una piccola dose di fortuna, che si sa non guasta mai.
Dunque andiamo a scoprire e scrutare il percorso mozzafiato di chi dopo tante peripezie e sacrifici ha finalmente raggiunto la vetta e adesso non ne vuole proprio più sapere di “tornare sulla terra”.
Dalla Serie C alla Nazionale: ecco di chi si tratta
Al contrario di quanto si possa pensare non è un calciatore, bensì una calciatrice, nella fattispecie Nadine Nischler. La giocatrice in forza al Como Women infatti è stata protagonista di una scalata sensazionale, quasi senza precedenti.
Come riportato dal post Instagram dedicatole da Cronache di Spogliatoio la ragazza fino a cinque mesi fa giocava in Serie C e lavorava in uno studio di consulenza del lavoro. Poi è arrivata la svolta. Prima con la chiamata del Como in Serie A e poi l’approdo nella Nazionale italiana femminile, di cui è diventata subito uno dei punti di riferimento.
La storia a lieto fine di Nadine Nischler
Partita da un paese di circa 6mila anime in Trentino Alto Adige all’età di 14 anni si trasferisce a Norimberga per inseguire il suo sogno di giocare a calcio. Dopo 4 anni però ha fatto rientro in patria. Da quel momento il suo desiderio di diventare una calciatrice affermata si è trasformato man mano in un semplice hobby.
Una realtà dura da accettare, ma quando la speranza sembrava definitivamente tramontata ecco la chiamata che le ha cambiato la vita facendo sì che il calcio potesse diventare a tutti gli effetti il suo lavoro principale. Insomma un bella storia da cui devono trarre ispirazione tante ragazze, che tra tante difficoltà decidono di intraprendere questo percorso.