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Il lavoro con i mattoni, il provino rifiutato: poi la gloria in Serie A e la maglia nerazzurra | Il successo lo deve al suo vecchio capo

Ferreira PInto
Santi Solari in un contrasto di gioco con Ferreira Pinto in un Atalanta-Inter d’annata – lapresse – IlPosticipo.it

La dura gavetta di un nerazzurro: dal lavoro con i mattoni al provino rifiutato, fino ad arrivare all’esordio in Serie A. quanti aneddoti!

Il calcio va al di là dei risultati sportivi. Certo, ci sono delle icone che non passano mai, vedi Cristiano Ronaldo e Messi. Uno sta correndo verso i mille gol e con la fanta-doppietta con il Portogallo è arrivato a 135 reti col Portogallo per un totale di 910 marcature, l’altro non è riuscito a portare il suo Miami ai playoff di MLS, ma è il top scorer delle qualificazioni Mondiali sudamericana.

Per loro è facile creare l’hype, basta un semplice gol, una giocata mozzafiato per conquistare l’online e le pagine dei giornali. Per altri non è così, saltano all’occhio quando fanno qualcosa di eclatante. Ci sono tanti ex Serie A che ora giocano tra i dilettanti: un po’ per passione un po’ per la ribellione al tempo che passa.

È il caso di Karim Laribi, in Serie A: all’Inter era considerato il nuovo Zanetti, ora gioca in Serie D con l’Anzio, dopo una breve apparizione nell’Alcione Milano. “Due aspetti mi hanno spinto a venire qui: quello familiare che mi ha permesso di raggiungere mia moglie e la storia del club”. Alla fine i giocatori sono essere umani come tutti noi.

Prendete Vincent Laurini, ex Empoli, Fiorentina e Parma: ora gioca in Promozione con il Pietrasanta. Ciciretti vanta esperienza in Serie A, ora indossa la maglia dell’Ospitaletto. E che dire di Dionisi, ex Livorno (in Serie A), ha fatto una scelta comune a tantissimi giocatori: tornare dove tutto è iniziato, proprio con i labronici, ora in D.

La ribellione al tempo che passa

A 45 anni gioco ancora in Eccellenza e non ho intenzione di smettere”. Così Ferreira Pinto, brasiliano di nascita, italiano di adozione. Un’ala destra dalla grande forza fisica, che ha conosciuto la Serie A con l’Atalanta, nell’era ante-Gasperini (c’era Colantuono a quei tempi con la Dea), dopo una dura gavetta passata per un lavoro con i mattoni al il provino rifiutato.

Ho quasi 700 presenze da calciatore e non ho nessuna intenzione di smettere – ha ammesso l’italo brasiliano, in uno stralcio di una lunga e piacevole intervista a Cronache di Spogliatoio – a 15 anni lavoravo in un’azienda di mattoni ed un osservatore mi ha visto giocare in un torneo tra amici”.

Ferreira Pinto
Ferreira Pinto, 146 caps con l’Atalanta – lapresse – IlPosticipo.it

Grazie capo!

Una svolta sì, ma quanti sacrifici. “Mi proposero un provino ma ho rifiutato, non me lo potevo permettere. I miei colleghi lo vennero a sapere dicendolo al mio capo – rivela – che mi concesse un giorno libero senza scalarlo dallo stipendio. Lì iniziò la mia carriera da calciatore”.

Lanciano e Perugia, Cesena e Atalanta (146 presenze), Varese e Lecce lo hanno fatto arrivare a quasi 700 presenze. Il Ponte San Pietro gliele farà superare: è il bello del calcio, con le sue storie incredibili.