Ci ritiriamo dal Mondiale: decisione storica della nazionale | Non parteciperanno mai più
Un’incredibile storia svelata, la decisione della nazionale di non partecipare al Mondiale ora è sulla bocca di tutti.
Più che un obiettivo, un’esigenza. Un imperativo categorico. Lo sa Spalletti, lo sanno gli Azzurri, la sa perfino FIGC e tutto il paese: l’Italia deve partecipare al prossimo Mondiale. Senza se e senza ma, la terza mancanza di fila sarebbe un disastro completo, neanche da mettere in preventivo.
Anche perché la prossima kermesse iridata sarà per la prima volta a 48 squadre, starne fuori è praticamente impossibile visti i 16 posti riservati all’Europa: 12 riservate alle vincenti dei rispettivi gironi, 4 riservati alle seconde classificate che si sfideranno al barrage.
In più l’Italia sarà nella prima urna, testa di serie e quindi sulla carta favorita anche se potrebbe ugualmente incontrare dei pericoli, anche perché il suo cammino dipende anche dall’esito del quarto di finale di Nations League. Tant’è.
Il Mondiale è un’opportunità per chiunque, figuriamoci per chi lo ha vinto quattro volte: la doppietta 1934-38, nel 1982 e nel 2006. Eppure quel punto di arrivo, anche solo per partecipare alla fase finale di un Mondiale non ha la stessa importanza per tutti.
C’è chi dice no
La kermesse iridata del 1950 è passata alla storia non solo per il Maracanazo, la sconfitta del super favorito Brasile in finale, appunto, a Rio de Janeiro, contro l’Uruguay (1-2 nonostante il vantaggio iniziale verdeoro) ma anche per il maggior numero di squadre ritirarsi proprio dalla competizione più importante in circolazione.
Ben quattro no. Quello della Scozia era essenzialmente per onore, non accettava di essere arrivata dietro l’Inghilterra nel girone di qualificazione. Quelli di Turchia e Austria erano motivazioni economiche: non erano in grado di sostenere i costi di un viaggio per raggiungere uno stato dall’altra parte del mondo. Problematiche comune per molti altri paesi all’epoca.
L’unicum
Tra le quattro defezioni anche l’India, che merita un capitolo a parte. La nazionale asiatica era capitata insieme a Birmania, Filippine ed Indonesia, tutte nazionali ritirate. Sembrava fatta per la qualificazione di un movimento in crescita (allora) che aveva mostrato segnali importanti alle Olimpiadi del 1948.
L’India non scese mai in campo ai mondiali brasiliani. Tante le indiscrezioni, una davvero sui generis: i giocatori indiani volevano scendere in campo senza indossare gli scarpini da gioco. Ovviamente la FIFA non diede loro mai il permesso. Ancora oggi ci si domanda come sarebbe andata a finire senza quella decisione storica, visto che quella nazionale vinse due medaglie d’oro ai giochi del 1951 e del 1962. Terza nella Coppa d’Asia del 1964. Un’occasione peraltro mai più ricapitata: ci deve essere ancora un’India in una fase finale del Mondiale.