“Ho avuto due infarti”: tragedia per un campione d’Europa con la Nazionale | Vivo per miracolo
Il giocatore che ha trionfato all’Europeo con l’Italia ha raccontato delle sue vicissitudini di salute e dello spavento che ha provato
I calciatori sono da sempre visti un po’ come dei supereroi invincibili, ragion per cui quando sono alle prese con dei problemi di salute quasi si fa fatica a credere che sia vero. Ovviamente al pari degli altri esseri viventi anche loro possono avere degli acciacchi più o meno seri.
Nel corso della carriera però visto che sono seguiti praticamente 24 ore su 24 si riesce sempre a monitorare la loro condizione. Quando appendono le scarpette al chiodo per forza di cose qualcosa cambia e non avendo più i medesimi benefici hanno un minor controllo della situazione.
A ciò va aggiunto il passare degli anni, che chiaramente incide per tutti, alle volte a maggior ragione su chi ha giocato a calcio per tutta una vita. Infatti essendo uno sport che prevede la mobilità di un po’ tutti i muscoli non è raro che ci si trascini dietro delle noie fisiche.
In questa sede però andremo a parlare di qualcosa di decisamente più importante, che ha interessato un protagonista del nostro calcio che tra le altre cose ha trionfato al campionato europeo con la nazionale italiana.
L’eroe dell’Europeo alle prese con dei problemi cardiaci
Stiamo parlando di Enrico Albertosi, storico portiere di Cagliari, Fiorentina e Milan, che nel corso di una recente intervista rilasciata al Corriere dello Sport ha parlato di un intervento a cui si è sottoposto qualche tempo fa.
L’ex estremo difensore che oggi ha 85 anni è finito sotto i ferri per via di un scompenso cardiaco associato ad un’insufficienza della valvola renale. Dopo l’operazione si è ripreso alla grande e una volta ristabilitosi ha voluto raccontare la sua esperienza.
Il racconto di Enrico Albertosi
Non ha negato i timori iniziali soprattutto per via di un particolare di non poco conto: “In passato avevo avuto due infarti e da lì ho iniziato ad avvertire sempre più una sensazione d’affanno anche solo a camminare, facevo molta fatica. Mio nipote mi ha suggerito di rivolgermi ad un professore molto rinomato anche all’estero per interventi eccezionali”.
Poi ha proseguito scendendo nei dettagli del percorso che ha vissuto: “In seguito alla prima visita mi hanno messo un defibrillatore. Dopo qualche tempo in cui sono stato monitorato mi hanno detto che era importante eseguire l’operazione. È stata una cosa meravigliosa. Due giorni dopo ero già a casa dalla mia famiglia! Ho reagito bene, mi sentivo benissimo”.