Il campione del 2006 confessa l’astio verso il rivale: “Lo volevo sbattere al muro” | Nervi a fior di pelle
L’Azzurro si confessa svelando il suo astio verso un nazionale con un passato in Serie A. Sfiorata la rissa, i nervi erano a fior di pelle.
Molti degli eroi del 2006 sono diventati degli allenatori, più o meno affermati, a partire dal capitano dei capitani: Fabio Cannavaro. La sua seconda carriera è cominciata in Cina, al Guangzhou, poi Nasr, Tianjin e Benevento. Nell’ultima stagione è riuscito a salvare l’Udinese, anche se un po’ sorprendentemente non è stato confermato.
Di quella storica spedizione ben otto Azzurri campioni del mondo, titolari nella finale contro la Francia di Zidane, sono diventati allenatori. Daniele De Rossi è passato per la Spal prima di tornare a Roma, dove aveva firmato un triennale prima che Lina Souloukou, indotta a dimettersi alcuni giorni dopo, decise arbitrariamente di allontanarlo.
Anche Alberto Gilardino è stato esonerato a sorpresa dopo aver guidato i resti di un Genoa falcidiato dagli infortuni, sostituito da Patrick Vieira. Alessandro Nesta allena il Monza, ancora per un po’ vista la delicata situazione di classifica dei brianzoli. Da aprile Massimo Oddo è tornato in una piazza che conosce molto bene: Padova.
Andrea Pirlo ha alzato anche un trofeo da allenatore, anzi due: Supercoppa e Coppa Italia con la Juventus. Esperienza in Turchia, con la Samp però non ha funzionato per niente. Pippo Inzaghi sta provando a portare il Pisa in Serie A, Andrea Barzagli è stato in passato nello staff sia della Juve che delle Nazionali azzurre giovanili, Marco Amelia ha allenato in selezioni under e ora guida il Sondrio. Simone Barone è assistente di Nicola all’Empoli.
Rabbia irrefrenabile
E poi c’è Ringhio Gattuso. Un allenatore giramondo: Sion in Svizzera e Palermo, Ofi Creta a Cipro, Milan e Napoli, ma anche Valencia in Spagna, Olympique Marsiglia in Francia, ora l’ex iconico centrocampista rossonero è in Croazia ad allenare l’Hajduk Spalato.
E proprio da Ringhio si viene a conoscenza di una confessione su di una vecchia conoscenza del calcio italiano, lo juventino Poulsen, dove per poco non si venne alle mani durante un Milan-Schalke di Champions League.
Il faccia a faccia coi nervi a fior di pelle
Durante quel match Poulsen continuava a insultare i rossoneri con frasi pesanti, rivelate da FootballPassion: “Italian Fuck! Italian Merd! Italia Bastard!“. Gattuso provò a mantenere un contegno, ma non durò moltissimo a sopportare quegli insulti.
“Lo lasciai parlare – ricorda Ringhio – ma dentro di me schiumavo dalla rabbia. Non capivo cosa cavolo gli avessero fatto gli Italiani. A fine partita ricordo che cacciai un urlo verso Poulsen incredibile. Pensai: “vieni qua, che ti apro in due biondina. Ti faccio vedere io “l’Italian” cosa ti combina“. Poulsen era quello dello sputo di Totti, tanto per rinfrescare la memoria. “È stato uno di quei calciatori più stupidi mai affrontati. Uno di quelli da sbattere continuamente al muro”.