Il PSG, la Serie A e la decadenza totale: è finito malissimo | “Soffro di attacchi di panico”
Le rivelazioni choc di un ex PSG e Serie A colpiscono il mondo del calcio: tra attacchi di panico e una decadenza totale, è finito malissimo.
Quarantacinque anni di via vai. Era il 1980 quando il Consiglio Federale della FIGC riaprì le frontiere per gli stranieri in Italia. L’ultima volta era il 1966 quando l’Inghilterra vinse il suo primo e unico Mondiale, e l’Italia conobbe l’onta dell’umiliazione con la Corea del Nord.
Il primo straniero ad accordarsi con un club di Serie A dalla riapertura delle frontiere è Michel Van de Korput, un difensore olandese che si lega al Torino per tre anni. A stretto giro di posta arrivano Liam Brady alla Juve (dall’Arsenal), Herbert Prohaska all’Inter (meglio con la Roma), la Fiorentina si rinforza con un campione del mondo, Daniel Bertoni.
Inizia una nuova era che ben presto trasforma le squadre di Serie A: da un solo straniero a tutti in questi quarantacinque anni. In tanti anno hanno fatto la storia, lasciando il segno. Molti di più sono i cosiddetti bidoni, autentici abbagli.
Come Masashi Oguro. Sbarca al Torino e fa sognare i granata nel giorno della presentazione: “Mi ispiro a Pippo Inzaghi”. Non ne fece nemmeno uno né in terra piemontese né complessivamente in Italia. Ci potrebbe continuare per ore, giorni, anni, a parlare dei bidoni. Tra questi ce n’è uno la cui storia sfiora la tragedia.
Dal PSG in Italia passando per la Turchia
Correva l’anno 2012, Parigi divenne l’ombelico del mondo. Non tanto per i successi del PSG, quanto più per lo sbarco degli sceicchi all’ombra della Tour. Fecero un clamore assurdo, promettendo di instaurare un dominio assoluto in Champions League. Quella Coppa con le Orecchie la devono ancora vincere.
In quei tempi il PSG spendeva e spandeva cifre impensabili, irraggiungibili da qualsiasi altri club. Spese una fortuna per acquistare Gregory van der Wiel dall’Ajax, convinti di aver in mano il miglior terzino al mondo. La realtà disse ben altro. Quattro anni a Parigi, pochi alti molti bassi. Fu ceduto al Fenerbahce, prima di approdare in Italia.
Il dramma dietro la meteora
La storia di Gregory Van der Wiel a Cagliari finì malissimo. O più precisamente è come se non ci fosse mai stati. L’olandese restò seolo sei mesi, senza ovviamente lasciare nessuna traccia sull’isola. Cinque partite e poco altro, un flop totale.
Quella meteora lasciò traccia soltanto per la sua storia extra calcistica, che lo fece emigrare in Canada prima di smettere con il calcio a soli 31 anni. Con il tempo si seppe il motivo, direttamente sui social, Instagram per l’esattezza. “Soffro di attacchi di panico e ansia”. Addio calcio.