Dalla Prima Categoria all’Inter, poi un grave incidente gli ha troncato la carriera | “Non mi hanno concesso l’idoneità”
Dalla Prima Categoria all’Inter, ma un terribile incidente gli ha stroncato la carriera: “Non mi hanno concesso l’idoneità”
Il sogno di ogni ragazzo è quello di arrivare a giocare, un giorno, in Serie A. Anche partendo dal basso, come i campionati dilettantistici. Sa benissimo che ci vogliono anni di duro allenamento, dimostrare di essere più bravo degli altri ed anche una bella dose di fortuna (quella non deve mai mancare). C’è anche chi ce l’ha fatta, arrivando anche ad una squadra importante come quella dell’Inter.
Con i nerazzurri, però, non ha avuto molta possibilità di scendere in campo nei tre anni in cui ha militato. Ciò, però, non toglie assolutamente il fatto che quella chiamata da parte del presidente Massimo Moratti se l’è meritata eccome. Anche quando la fortuna ed il destino decidono di giocare contro di te.
Tanto da farti rimanere vittima di un brutto incidente che, in parte, ti condiziona la carriera. Nonostante il grave problema fisico ed i medici che gli imponevano di appendere le scarpette al chiodo, l’ex calciatore non ha voluto sentire ragioni ed ha continuato per la propria strada. Arrivando a giocare fino al 2002. Un anno che non potrà mai dimenticare per un altro brutto episodio che lo vede protagonista.
Anche se in questo caso è più giusto scrivere “vittima”. Un terribile incidente stradale gli causa delle gravi lesioni al braccio destro. Il tutto prima del ritiro precampionato che avrebbe dovuto effettuare con la nuova squadra. La situazione non migliora: arriva la rescissione e, soprattutto, il ritiro dall’attività agonistica.
Il racconto dell’ex portiere, aveva giocato con l’Inter: poi il drammatico incidente
Negli anni ’90 era considerato come uno dei migliori portieri della Serie A. Ancora oggi ha un grande rapporto di amicizia con la leggenda Gianluigi Buffon. E’ stato l’estremo difensore che ha giocato “senza una spalla”. Peccato che nessuno lo sapesse se non il diretto interessato: Andrea Mazzantini. Movimenti limitati, non riusciva a distendersi del tutto, ma tra i pali era uno dei migliori. Il tutto avvenne durante un match di Coppa Italia tra Venezia-Juventus: rottura cartilagini e rotatori della spalla. Per i medici non c’erano altre soluzioni se non quella di smettere. Ed invece ha continuato: dopo Venezia fu il turno dell’Inter, poi Perugia e Siena (mai sceso in campo). Un sogno per lui visto che, anni prima, militava in Prima Categoria.
In Serie A ci è arrivato da protagonista. Mazzantini ne ha passate di cotte e di crude. Fino a due stagioni fa ha assunto il ruolo di collaboratore tecnico all’Ascoli, ora è svincolato in attesa della chiamata di un club. Il Venezia, dopo l’infortunio, lo abbandona. Si paga da solo un mese di riabilitazione. Migliora e viene contattato dall’Inter che gli offre il ruolo di secondo. In una intervista rilasciata a ‘Gianlucadimarzio.com’ ha rivelato: “Contro la Fiorentina giocai con lo sterno rotto. Non mi sono mai tirato indietro. Ogni volta che mi tuffavo sentivo come delle coltellate nel petto. Dopo Perugia arrivarono offerte dall’estero, mi volevano Fenerbahce e Besiktas, ma firmai col Siena“. Proprio nella città toscana fu protagonista di un altro incidente. Questa volta stradale.
“Non mi hanno concesso l’idoneità”, un brutto incidente lo fece smettere
Vicino la sua abitazione restò vittima di un brutto incidente: “All’incrocio avevo diritto di precedenza, una ragazza mi colpì con la sua macchina. Due ernie cervicali. Ero pronto a recuperare, a prendermi le mie responsabilità pur di avere le idoneità. Nessun dottore volle prendersi la responsabilità di concedermi l’idoneità e il Siena a quel punto decise di rescindere il contratto”. A soli 34 anni per Mazzantini arrivò il momento di farsi da parte. Nonostante la tantissima delusione.
Al futuro non ci aveva mai pensato: “Ho passato momenti brutti. Finì tutto dall’oggi al domani“. L’idea di lasciare, per sempre, il mondo del calcio, non lo ha mai sfiorato per la mente: “Iniziai a studiare per diventare preparatore dei portieri fino a che non venni chiamato dall’Ancona, nelle giovanili, sino ad arrivare ad allenare quelli della prima squadra, in Serie A. Il ds era Gianluca Petrachi che mi volle“.