Tennis, dramma sfiorato: ad un passo dalla morte | Le condizioni sono terribili
L’hype sul tennis porta in dote la sua spettacolarità ma anche un dramma sfiorato: il racconto agghiacciante, a un passo dalla morte.
In Italia la Sinner mania e, più in generale, il doblete Azzurro in Coppa Davis, ha creato un hype pazzesco su un intero sport, che van ben oltre il tifo verso il numero uno del mondo altoatesino, sfociando nel sociale. Basta guardare i numeri, non solo quelli televisivi.
“I circoli del territorio sono praticamente tutti pieni di bambini dai cinque anni in su”. Questa la cartina di tornasole della Sinner-mania raccontata da Marcello Russolo, presidente della Federazione italiana tennis del Trentino, in una recente intervista sul Corser. Non solo.
In Sicilia 300 società tengono insieme 70 mila iscritti. “Jannik è ormai l’esempio per i nostri ragazzini” ha rivelato Oliviero Parma, direttore degli Internazionali femminili di Palermo in occasione del torneo a La Repubblica. E ancora.
Il terzo indizio che fa una prova (ma ce ne sono tanti altri) di un’Italia unita da nord a sud arriva da Milano, dove le scuone tennis stanno registrando record di iscrizioni che non si vedevano da anni, più in generale trovare un campo libero (da tennis ma anche da padel) non è più così facile come qualche mese fa.
Tutto e il suo esatto contrario
L’hype creato da Sinner sul tennis in Italia e all’estero, però, mostra tutto. Tutto e il suo esatto contrario. Lo stesso Jannik deve ancora risolvere il caso della sua positività. Anche nel femminile l’ex numero uno Iga Swiatek è stata travolta dalle conseguenze di un controllo antidoping.
Lo scorso agosto erano emerse tracce di trimetazidina nelle analisi della numero due del mondo. L’Itia ha minimizzato: “Nessuna colpa o negligenza significativa“, ma oltre il mese di stop forzato, la tennista polacca è crollata in classifica, perdendo il primato, ora nelle mani della Sabalenka.
Il caldo d’Australia fa brutti scherzi
Il 2025 del tennis è iniziato con un caso fatto esplodere da Alexander Shevchenko, dopo il successo – 6-7(5) 6-2 6-2 – contro Daniele Masur alla United Cup 2025. Il kazako, trascinatore del suo team approdato in semifinale, si è scagliato contro gli organizzatori per le condizioni di gioco. “Ora sto bene, ma dopo la partita mi sembrava di essere vicino a morire. Quaranta gradi sono condizioni brutali. Non capisco perché non chiudano il tetto in queste situazioni, perché è molto pericoloso”.
Il j’accuse di Shevchenko, sempre sulle dichiarazioni apparse su OASport, continua così: “Se giochi partite lunghe con questo caldo è difficile. Chiaramente non sono stato aggressivo a sufficienza nel primo set, ero io che correvo di più – rimarca – a inizio secondo set ero un po’ spento, ma sono riuscito a riprendere fiato e a giocare il tennis che dovevo già da prima e di questo sono orgoglioso“. Per tutto il resto anche no.