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Se combatto lo uccido: il prete lo convince ad andare sul ring | La tragedia si concretizza davvero

Ring di boxe
Boxe, la Nobile Arte – pexels- IlPosticipo.it

La boxe racconta tante storie incredibili. Una tragedia si concretizza dopo che un prete lo convinse ad andare sul ring.

La chiamano la Nobile Arte, un paradosso considerata la violenza sul ring espressa dal pugilato. Ma la boxe affonda le sue radici nella notte dei tempi. La prima testimonianza documentata risale a circa il 3000 a.C. in Egitto, dove era raffigurata su geroglifici.

Furono i Greci a perfezionarla, trasformandola in una forma di combattimento: introdussero regole, l’uso di fasce per le mani e il divieto di colpi sotto la cintura, uno sport a tutti gli effetti inserito durante gli antichi Giochi Olimpici.

L’evoluzione della boxe continuò durante il periodo romano, ma raggiunse il punto più basso durante il Medioevo, quando fu vista come un’attività brutale e incivile. Tuttavia, nel XVIII secolo, la boxe visse una rinascita in Inghilterra. L’introduzione delle London Prize Ring Rules nel 1743 segnò una svolta. Ed è qui che la boxe divenne una Nobile Arte.

Nobile perché praticata da ricchi benestanti. Nobile perché impregnata di regole che enfatizzavano correttezza, integrità e sportività, gettando le basi per lo sport moderno. Il termine Nobile Arte fu quasi certamente utilizzato per la prima volta dal campione di boxe James Figg: per promuovere la sua London Boxing Academy, fece realizzare dei biglietti da visita con una dida eloquente: Figg era il “maestro della nobile scienza della difesa”.

Davvero sul ring è tutta una Nobile Arte?

L’accademia di Figg attirò sostenitori benestanti, tra cui il conte di Peterborough. Ma nel corso dei secoli sul ring la Nobile Arte venne messe in discussione da incontri truccati, un giro di soldi che intaccò uno sport crollato sotto i colpi di una crisi per certi versi clamorosa: borse da fame, niente sponsor né tv: in Italia spariscono i professionisti.

Ora la boxe non ha nulla di Nobile Arte, troppi episodi violenti ne hanno caratterizzato la sua storia. Già, storico quanto accaduto nel 1947.

Sugar Ray Robinson
Sugar Ray Robinson, uno dei più grandi pugili della storia – facebook – IlPosticipo.it

Da sogno a realtà

Sugar Ray Robinson non solo è passato alla storia per essere uno dei più grandi pugile di tutti i tempi (per stessa ammissione di Muhammad Ali) né per i suoi 5 titoli in 5 anni da campione del mondo dei pesi welter.

Sugar Ray Robinson sognò di uccidere sul ring Doyle. Si svegliò e decise di non combattere. Era così scosso che pensò di ritirarsi dall’incontro così andò a parlare con un prete che, per tutta risposta lo convinse del contrario. Alla fine salì sul ring. Ed è lì che quel sogno premonitore divenne realtà: finì proprio in tragedia, con la morte di Doyle. Di nobile non ci fu nulla.