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Rissa a Milanello, i calciatori arrivano alle mani | Urla incontrollabili: “Ho perso la testa…”

Allenamenti a Milanello
Leao a Milanello – instagram – IlPosticipo.it

Dal Cooling Break alla lite tra Calabria è Conceicao, andando oltre, senza dimenticare la rissa a Milanello. I calciatori arrivano alle mani.

I risultati ottimi di una squadra performante sono direttamente proporzionali alla strategia nel suo complesso di una società. Ma anche inversamente proporzionali. Prendete il Milan, la stagione a dir poco complessa può essere spiegato sul permissivismo di una società lontano da Milanello, in certi casi assenti. Non si spiega altrimenti certi atteggiamenti, concentrati in pochi mesi.

L’iconico cooling break ormai arcinoto di Lazio-Milan è stato soltanto un punto di partenza. Di lì a breve sarebbe andato di male in peggio. L’allora squadra di Paulo Fonseca va in trasferta a Firenze consapevole che in caso di rigori, l’avrebbe tirato Pulisic.

Nel primo tempo di presenta dal dischetto Theo: oltre il danno della disobbedienza, la beffa di un penalty sbagliato. All’intervallo Fonseca ricorda a tutti chi è il rigorista, per tutta risposta dal dischetto va Abraham: altro errore. A fine gara (persa) ecco l’espulsione da due turni di Theo.

E ancora: festino di Emerson Royal a due giorni prima della sfida in campionato con la Juventus, venerdì prima di Milan-Parma un folto gruppo di rossoneri va al concerto di Lazza, tornando a casa ben oltre le 23, orario “consigliato” da Sergio Conceicao. La sceneggiata a fine partita di Milan-Parma si spera sia l’ultima bravata di una squadra che ne sta facendo di ogni, con una società che sta minimizzando il tutto.

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Anche in altre stagioni, a Milanello, accaddero episodi incresciosi, almeno venutisi a sapere con il senno di poi. Ci ha pensato l’ex rossonero Taarabt a rivelare un curioso retroscena dei tempi di Milanello.

Ricordo una lite mai vista con Kakà – ha raccontato il centrocampista franco-marocchino in un’intervista sulla Gazzetta dello Sport – so che sembra strano sentirselo dire perché Kakà è il ragazzo perfetto, ma è successo davvero”.

Adel Taarabt
Adel Taarabt, al Milan nel 2014-15 – ansa – IlPosticipo.it

Una rissa con dovizia di particolari

Il racconto sorprendente prosegue con dovizia di particolari. Taarabt riavvolge il nastro. “Esercitazioni, attacco contro difesa, invece di servire Ricky passai il pallone a Balotelli, così lui iniziò a urlarmi addosso. Diavolo, è Kakà!, pensai”.

Taarabt rimase stupito, a un certo punto, l’impensabile: “A un certo punto gli ho messo le mani al collo. Io capisco che sei Kakà, ma se urli io perdo la testa. Il giorno dopo, però, lui si scusò e mi portò fuori a pranzo”. All’epoca lo spogliatoio aveva dei clan. Ma almeno veniva tutto ovattato, in questo Milan accade tutto alla luce del sole, con annesse giustificazioni della società, poi vedi la classifica di Serie A è dai una spiegazione a tante cose.