Altro che doping: ennesimo scandalo nel Tennis | Dipendenza da droghe pesanti
Un vero e proprio talento del tennis mondiale è caduto nell’abisso delle sostanze stupefacenti. Andiamo a scoprire la sua storia
Il tennis negli ultimi sta guadagnando diversi consensi nel nostro paese. Il merito è sicuramente di Jannik Sinner, che con i suoi continui trionfi ha di fatto catalizzato l’attenzione di molti appassionati della racchetta.
Ciò però non significa che non ci siano altri tennisti italiani in grado di suscitare emozioni, basti pensare ai vari Berrettini, Musetti e Bolelli solo per citarne alcuni. Anche per quanto concerne il femminile possiamo sfregiarci le mani.
L’oro olimpico del duetto Errani e Paolini è ancora vivido nelle mente e nei cuori dei tifosi, così come le gesta della Schiavone che nel 2010 ha trionfato al Roland Garros. Insomma, le cronache sono pregne di soddisfazioni per il tennis del Bel Paese.
La mente va anche ai “mostri sacri” come Pietrangeli e Panatta, ma anche ad alcuni talenti del passato che però non hanno reso come avrebbero dovuto. Sotto questo punto di vista ce n’è uno in particolare da cui ci si aspettava davvero tanto.
Il tennista che ha dilapidato la possibile carriera da top player
Stiamo parlando di Roberto Palpacelli, che tra gli anni ’80 e ’90 aveva fatto ben sperare. Nato a Pescara nel 1970 a 15 anni e mezzo si era già nel giro della Nazionale. Nonostante le ottime premesse però non riuscì a consacrarsi in maniera definitiva.
A rimembrare la sua storia ci ha pensato sport.virgilio.it, che ha per forza di cose ha parlato della principale causa del suo mancato successo, ovvero la droga. A 16 quando avrebbe dovuto fare il salto di qualità definitivo era già caduto in quel tunnel da cui è stato piuttosto difficile uscire fuori.
La rinascita e la sua nuova vita al servizio degli altri
Il tennis diventò il mezzo attraverso cui procurarsi il denaro utile per acquistare le dosi e così poco alla volta ha dilapidato quel dono che avrebbe potuto dargli delle opportunità diametralmente opposte. Non ha creduto in se stesso e per questo non è riuscito ad essere costante e a diventare un tennista affermato.
Dopo aver visto la morte da vicino visto che oltre alle droghe si è ritrovato ad avere problemi anche con l’alcol, ha deciso finalmente di dire basta. Oggi è un’altra persona, insegna al circolo del tennis di Montesilvano e si dedica alla sua famiglia, che gli ha dato la forza per mettersi alle spalle il capitolo più spinoso della sua esistenza.