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Playoff Champions League, serata no per le italiane: battute sia il Milan che l’Atalanta. Ora testa al ritorno

Sergio-Conceicao-LaPresse-Ilposticipo.it
Sergio-Conceicao-LaPresse-Ilposticipo.it

Il Milan esce sconfitto dal De Kuip: il Feyenoord si impone per 1-0. Perde anche l’Atalanta contro il Bruges per 2-1

Mercoledì nero per le squadre italiane impegnate nell’andata dei playoff di Champions League: al De Kuip il Milan di Sergio Conceição esce sconfitto per 1-0 e ora i rossoneri a San Siro sono costretti a vincere con due gol di scarto per proseguire il percorso nella massima competizione europea.

La rete di Igor Paixao soltanto al terzo minuto di gioco – complice anche un Maignan disattento – potrebbe costare caro: nonostante la presenza del fresco ex Santiago Gimenez e il talento di Joao Felix, partiti come titolari, il Milan non ha trovato la direzione giusta per riuscire a inserirsi nella difesa olandese, subendo piuttosto, soprattutto nella prima parte di gara, gli attacchi del Feyenoord. Anzi, a negare il raddoppio ai padroni di casa una traversa colpita proprio da Paixao.

Nonostante nel secondo tempo la squadra di casa abbia abbassato il ritmo, i rossoneri non sono riusciti a entrare in partita e approfittare del momento delicato che il Feyenoord sta affrontando dopo l‘esonero dell’allenatore Priske e la decisione della società di affidare la panchina ad interim a Bosschaart. Adesso, nella gara di ritorno in programma il 18 febbraio a San Siro, il Milan dovrà riuscire a vincere con due gol di scarto per proseguire il cammino in Champions League.

Serata amara anche per l’Atalanta di Giampiero Gasperini, impegnata nella trasferta contro il Bruges. La Dea perde 2-1 in Belgio pagando una prestazione appannata rispetto a quelle luminose che siamo abituate a vedere e un rigore molto dubbio concesso nel finale agli avversari. Il Bruges si porta in vantaggio con la rete di Jutga dopo un quarto d’ora e a fine primo tempo arriva il pareggio di Pasalic. Al 94′ poi  Nilsson cade in area dopo uno scontro con Hien e l’arbitro assegna il rigore che manda la Dea ko.

Il nervosismo di Conceição

Al termine della gara contro il Feyenoord, l’allenatore del Milan Conceição ha lasciato la conferenza stampa rispondendo soltanto a una domanda dei giornalisti presenti in sala. Pare infatti che l’allenatore rossonero si sia infastidito per aver atteso un quarto d’ora il termine della conferenza di Bosschaart: “Adesso basta però: ho aspettato 15 minuti fuori per parlare e ora vado via”, ha detto l’allenatore portoghese.

Nel post gara, ai microfoni di Prime Video aveva dichiarato: “Abbiamo giocato solo la gara di andata. Sapevamo che a Rotterdam l’ambiente è difficile, loro sono stati molto aggressivi, hanno vinto molti duelli. Così è difficile vincere le partite. Potevamo tornare a casa con un pareggio, ma non siamo stati efficaci a livello offensivo. Siamo stati sfortunati all’inizio, ma loro sono stati più bravi nei duelli. Questi sono più di semplici dettagli. Dobbiamo migliorare e non c’è tanto tempo. Dobbiamo pensare al Verona e poi vincere per passare il turno in Champions League”.

 

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 La rabbia di Gasperini

A essere furioso nel post partita anche Giampiero Gasperini che non si capacita della motivazione del rigore assegnato contro l’Atalanta: “Evidentemente le decisioni arbitrali italiane contagiano il calcio generale. Tutti ora hanno un’idea sui falli completamente diversa: i falli di mano creano polemiche ma a volte è davvero difficile. Il dramma vero sono i contatti. La stragrande maggioranza dei calciatori urla, strilla, tutti hanno l’intenzione di rubacchiare”

“La direzione attuale non so da chi sia guidata, sicuramente da pochi. Ma non c’entra niente con il gioco del calcio. Io non conosco più le regole. Mettetevi tutti d’accordo, anche le tv, perché poi ci si sguazza in queste cose. Magari qualcuno dice pure che Hien ha toccato. Ormai gli arbitraggi sono completamente distanti da tutto quello che dicono anche i calciatori. Questo è uno sport completamente diverso da quello che è stato per secoli”, ha detto l’allenatore.