“Ibra? Ma quale uomo forte”: batosta pazzesca dell’EX I “Senza identità. E questa cosa è imperdonabile”

La situazione non propriamente rosea in casa Milan sta facendo scattare una serie di riflessioni non propriamente leggere
La vittoria in rimonta di Lecce ha fatto tornare un minimo di serenità in quel di Milanello, ma la tempesta non è affatto passato. Le polemiche e i malumori continuano a strascinarsi e non accennano a placarsi.
D’altronde la rabbia per ciò che doveva essere ed invece non sarà è tanta. I rossoneri hanno fallito quasi tutti gli obiettivi eccetto la Supercoppa Italiana. Visto il blasone societario però non basta.
A ciò si devono aggiungere i notevoli investimenti fatti tra la scorsa estate e il mercato di gennaio, che senza gli introiti della Champions League rischiano di gravare parecchio sul bilancio del club meneghino.
Un quadro drastico, che anche esternamente sta lasciando in dote diverse perplessità. Anche una figura teoricamente fondamentale come quella di Zlatan Ibrahimovic è stata messa all’interno di un calderone sempre più fumante.
L’errore imperdonabile commesso dal Milan
A dipingere questo scenario in maniera ancora più oscura ci ha pensato un grande ex come Ariedo Braida, che è stato all’interno della dirigenza del Milan dal 1986 al 2013. Come riporta il corrieredellosport.it non è stato per nulla tenero e analizzato i vari punti della disfatta.
Oltre ad aver definito sia il club che squadra “senza identità” ha poi rimarcato quello che a suo avviso è stato lo sbaglio più clamoroso commesso dalla dirigenza negli ultimi anni: “Licenziare Maldini è stato un errore grossolano, e cacciarlo in quel modo è imperdonabile. Paolo è una leggenda che lavorava molto bene e rappresentava al meglio l’istituzione”.

Nemmeno Ibrahimovic è esente da colpe
Al contempo ha avuto da ridire anche sul suo sostituto, ovvero Zlatan Ibrahimovic, ultimamente al centro di diverse diatribe: “A mio avviso non è un punto di riferimento. Non ha ancora le competenze e l’esperienza per essere un uomo forte, capace di dirigere un club, è solamente un comunicatore”.
Dunque, per Braida di fatto non c’è nulla di positivo nell’attuale gestione societaria e anche per quanto riguarda la squadra è sulla stessa lunghezza d’onda. Non riesce a vedere dei leader carismatici all’interno dell’attuale gruppo. Per questo si auspica che in futuro si possa puntare su un blocco di 4-5 giocatori italiani come ha fatto l’Inter qualche anno fa. Solo in questo modo secondo l’ex dirigente si può recuperare quell’identità perduta e in grado di risollevare l’ambiente dal torpore attuale.