“Qui qualcuno gioca solo per sé stesso”: Ranieri scoperchia tutta Trigoria I Ecco a chi si riferisce

Claudio Ranieri, non solo carota ma anche bastone: non le manda a dire a suoi. A Trigoria tremano i muri, ecco con chi ce l’ha.
Buono e caro. Sempre disponibile, difficilmente esce fuori dai gangheri, con l’eccezione di Porto-Roma, quando si prese una bella multa per le frasi irriguardose nei confronti del direttore di gara, nel ritorno dei playoff di Europa League, senza però dare in escandenza.
Ranieri il buono, Ranieri l’affabile. Ranieri “l’uomo giusto al momento giusto, un grandissimo motivatore, ti dice le cose in faccia” per dirla alla Bruno Conti. Tutto condivisibile. Ma Ranieri è anche buono e caro finché non gli si toccano i suoi paletti, oltre i quali non si può andare.
La sfuriata di Como nei confronti dei suoi giocatori subito dopo l’unica sconfitta prima di una striscia vincente tutt’ora attuale (12 risultati utili di fila, 5 successi di fila in altrettanti incontri) solo un accenno dell’altra faccia di Claudio Ranieri.
L’allenatore di San Saba lo ha detto più volte in varie conferenze stampa, che a Trigoria si sentono in maniera cristallina le sue urla nei confronti dei giocatori, quando c’è qualcosa che non va. Tra il dire e il fare è un attimo.
La strigliata
Claudio Ranieri l’ha rifatto di nuovo. Pubblicamente, subito dopo il successo di Empoli. Un successo per certi versi strano: la Roma domina in largo e lungo, costruisce palle gol eppure non trova il raddoppio, più per demeriti suoi che per meriti dei biancazzurri, come ammesso dallo stesso D’Aversa al termine dell’incontro.
Eppure per poco la Roma non si fa riprendere dalla pericolante squadra di casa. “Pellegrini ci ha deliziato, soprattutto nel primo tempo. Ha sempre giocato per la squadra mentre qualcuno ha giocato per se stesso. Ma non dico chi è”.

L’indiziato numero
Claudio Ranieri l’ha buttata lì, scatenando la caccia al responsabile di quelle parole, a fine gara. Secondo La Gazzetta dello Sport e Il Messaggero, tutte le strade portano a un giocatore, l’indiziato numero uno potrebbe essere Soulé. Vero è che l’argentino ha deciso il match con quella rete lampo dopo 22 secondi, ma ha cercato spesso l’uno contro uno senza servire i compagni, quasi come volessi in mostra solo per mostrare il suo talento, ma con giocate fini a se stessi.
“Non mi piace l’accademia, ma la praticità: quando c’è da far gol va fatto“. Un altro indiziato, spesso bacchettato da Ranieri, è Artem Dovbyk: i suoi gol li sta facendo, meglio del primo Dzeko, eppure quando è entrato (a un quarto d’ora dalla fine) poteva chiudere il match in più occasioni, invece è stato strigliato diverse volte da Claudio. Sì perché Ranieri è buono e caro, ma non toccate i suoi paletti.