Home » “Droga e alcol senza mai una fine”: dalla Nazionale all’oblio: carriera e vita distrutta in un mare di vizi

“Droga e alcol senza mai una fine”: dalla Nazionale all’oblio: carriera e vita distrutta in un mare di vizi

Inter
L’Inter della stagione 2003-04, quella che conquista la Coppa Italia – lapresse – IlPosticipo.it

L’ex nazionale dice tutto, i retroscena del nerazzurro e una carriera gettata alle ortiche: tra droga, alcol e ogni genere di vizi.

Un giocatore di calcio è stato sempre un privilegiato: ha soldi, fama, potere, tutto. E il suo esatto contrario: pressioni costanti, critiche incessanti e una vita privata pari a zero, eccessivamente esposta a situazioni di rischio.

C’è chi evita accuratamente le trappole e chi finisce nel cadere in situazioni a rischio, mostrando fragilità che sfociano nell’oblio di una carriera dalla potenzialità infinita, ma che viene affogata in un mare di vizi.

La storia del calcio di Serie A è piena di talenti bruciarsi a causa di droga e alcol. No, il doping non c’entra niente, perché simili vizi non servono per alterare le prestazioni in una partita, manifestano solo l’incapacità di gestire soldi, fama e potere.

Esempi eclatanti sono quelli di Maradona e Adriano: a D10S non serviva la cocaina per mostrare il suo talento unico nella storia del calcio ma non ne poteva fare a meno; l’ex attaccante di Inter e Roma ha gettato alle ortiche una carriera che poteva essere leggendaria con quel talento regalato da Madre Natura, a causa dei noti problemi con l’alcol. Dopo un inizio brillante, il suo rendimento è calato drasticamente e ha ammesso più volte di aver avuto difficoltà a gestire la pressione e la depressione.

Gli esempi si sprecano

Da Bruno Giordano (coinvolto nello scandalo del calcioscommesse negli anni ’80 e successivamente con problemi di droga) a Francesco Flachi (l’ex attaccante della Sampdoria nel 2007 fu squalificato dopo essere risultato positivo alla cocaina) passando per Jonathan Bachini, addirittura positivo due volte alla coca.

Riccardo Garrone, ex presidente della Samp, ha parlato pubblicamente dei problemi di alcolismo di alcuni giocatori del club, senza fare nomi, sottolineando come il fenomeno fosse presente anche nei grandi club.
Tra questi c’è anche Andy van der Meyde, il Dutch Sniper, quel cecchino olandese noto per la sua esultanza da arciere, colonna dell’Ajax ma anche ex Inter con la quale conquistò una Coppa Italia nella stagione 2003-04.

Andy van der Meyde
Andy van der Meyde ai tempi dell’Inter – lapresse – IlPosticipo.it

L’esperienza più nera che azzurra

È stato proprio Andy van der Meyde a rivelare i suoi problemi con ogni genere di vizi. “Vivevo a Liverpool e uscivamo giovedì, venerdì, sabato, domenica – ammette in una recente intervista rilasciata ai microfoni di Amazon Prime Video. E bevevamo parecchio: la soddisfazione non era mai abbastanza”.

Ci ha scritto perfino un libro dal titolo esaustivo Geen genade, ossia “Nessuna pietà” dove l’ex nerazzurro ascrisse i fallimenti della propria carriera agonistica ai problemi di alcolismo e tossicodipendenza sofferti fuori dal campo. “Quando l’alcol non mi è più bastato, ho iniziato con la droga. Cocaina…”. La nota positiva è che adesso ne è uscito da quel tunnel, ma quanti rimpianti per una carriera (e la salute) buttata nel cestino.