“Tutti in Procura”: i club convocati d’urgenza: verifica in corso su “danni per le casse pubbliche”

Problemi e criticità per il nuovo stadio di Milan e Inter. Inchiesta rovente su San Siro: cosa sta succedendo.
Una delle grandi differenze tra i club esteri e quelli italiani è lo stadio di proprietà. All’estero una possibilità di introiti per qualsiasi società, in Italia un problema, basti pensare che in Serie A soltanto la Juventus (Allianz Stadium), l’Udinese (Bluenergy Stadium) e l’Atalanta (il Gewiss Stadium) hanno uno stadio tutto loro.
Volendo inserire anche i club cadetti non ci si allarga più di tanto, ci sono soltanto il Mapei Stadium del Sassuolo e il Benito Stirpe del Frosinone. Poco altro in giro. Colpa delle società, non proprio: è una criticità che coinvolge tutto il Paese.
Se in Europa le squadre, più o meno grandi, hanno da tempo stadi di proprietà all’avanguardia, in Italia la situazione è molto più complessa. I principali club del nostro campionato continuano a scontrarsi con una burocrazia lenta e con regolamenti stringenti, che spesso scoraggiano investitori e imprenditori.
Un po’ come accade da tempo a Roma per la Roma, il dibattito sulla costruzione di un nuovo stadio per Milan e Inter resta un tema caldo: tante belle parole, nuove idee, ma alla resa dei conti tutto resta tale e quale, per le ire delle proprietà (ormai quasi tutte straniere) che vorrebbero investire ma non possono perché si scontrano contro un muro di gomma.
Tra ostacoli burocratici, i vincoli amministrativi e resistenze politiche
San Siro, storico impianto che ospita le due squadre milanesi, è stato più volte al centro di progetti di riqualificazione e possibili demolizioni. Tuttavia, ogni tentativo di costruire uno stadio di proprietà per Milan e Inter si è arenato tra vincoli normativi e opposizioni locali.
Le due società, in un primo momento, avevano trovato un accordo per la realizzazione di un nuovo impianto condiviso, ma le lungaggini burocratiche hanno fatto perdere tempo prezioso, costringendo i club a valutare alternative.

Nuovo stop
Ci mancava l’indagine esplorativa della Procura di Milano: nessuna ipotesi di reato, niente indagati, ma il solito pachidermico iter burocratico che si mette di traverso, ostacolando l’inizio dei lavori: nello specifico bisogna verificare se per costruire il nuovo impianto ci possano essere danni per le casse pubbliche dalla procedura di vendita del Meazza.
Tutto giusto, per carità. Il problema maggiore che affligge nello specifico Milan e Inter sono le tempistiche, praticamente indefinite. In settimana, rivela sportmediaset, i club hanno inviato il documento di fattibilità (approvato) ma bisogna ancora aspettare nuovi step successivi. Le cifre sarebbero intorno ai 124 milioni per l’area più 72 milioni e 980mila euro per l’impianto, ma tutto è ancora fermo. Così va l’Italia.