Home » “Ho sentito un crack, ed è finito tutto”: cade e si frattura, corsa all’ospedale I Intervento d’urgenza, stagione compromessa

“Ho sentito un crack, ed è finito tutto”: cade e si frattura, corsa all’ospedale I Intervento d’urgenza, stagione compromessa

Ambulanza
La piaga infortuni non si placa – ansa – IlPosticipo.it

Ennesimo infortunio choc. S’allunga la lista dei crack in una stagione particolarmente complessa e compromessa per molti.

La Dea sBendata ci ha messo lo zampino, anche se la situazione infortuni va inquadrata in un contesto storico dove si gioca di più, si partecipa a più competizioni, allenandosi di me. Il fisico non regge tutto questo stress. Ecco spiegato l’impennata di giocatori, più in generale sportivi, costretti a sottoporsi a intervento chirurgico.

Da anni i campanelli d’allarme nel calcio sono diventati degli alert sempre più assordanti. E preoccupanti. Basta guardare le big (e non) del calcio italiano e internazionali, con i loro relativi allenatori che vedono ridursi le rose all’osso, a causa di kappaò a volte di lunga durata.

Di esempi orami si sprecano. Sicuramente la carriera di Zlatan Ibrahimovic è durata meno del previsto. Il dubbio viene dopo il kappaò al ginocchio a 39 anni, che ha richiesto un intervento chirurgico complesso e mesi di riabilitazione. Più in generale si rompono crociato con una facilità incredibile.

Lo scorso anno Courtois del Real Madrid se li è rotto entrambi. Una nella stagione passata e uno in quella corrente per Eder Militao, sempre della Casa Blanca. Senza andare così lontano la Juventus ha perso Bremer e Cabal per lo stesso motivo. Il Torino è crollato senza Zapata.

Situazione sempre più complessa e compromessa

Si potrebbe continuare per ore e ore a buttar giù una lista degli infortuni gravi negli ultimi anni. Il mondo dello sport in generale ha assistito a un preoccupante aumento del numero e della gravità degli infortuni tra i professionisti, in particolare nel calcio. La crescente intensità delle competizioni, il calendario fitto e spesso sovraccarico, insieme a una preparazione fisica spinta al limite, tra le cause principali di questa escalation.

Studi recenti, inoltre, hanno confermato un incremento significativo degli infortuni muscolari, legamentosi e articolari. C’è un po’ di tutto in questa situazione complessa e compressa per molti atleti: mancanza di riposo, recupero insufficiente, carichi di lavoro elevati durante gli allenamenti, ma anche viaggi internazionali. Stress. Per tutto il resto c’è la Dea sBendata.

Federica Brignone
Federica Brignone dopo l’intervento chirurgico per il brutto infortunio in Val di Fassa – instagram – IlPosticipo.it

Carriera a rischio

S’è mosso addirittura il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha telefonato a Federica Brignone dopo l’infortunio che ha portato sconforto, panico e paura in tutto il mondo dello sci ma non solo, a causa della brutta caduta ai recenti campionati italiani. Durante la seconda manche del Gigante sull’Alpe Lusia, in Val di Fassa, la neo campionessa del mondo è incappata in una extra-rotazione uscendo da una porta verso destra, con un movimento anomalo delle gambe e un consistente impatto sulla neve.

Frattura scomposta pluriframmentaria del piatto tibiale e della testa del perone della gamba sinistra: gli esami all’ospedale di Trento hanno confermato la gravità dell’infortunio, che ha interessato pure il crociato. “Come al solito le cose le faccio in grande o non le faccio! Questa volta l’ho fatta grossa (in negativo)”. E’ l’incipit di un post della campionessa valdostana dopo l’operazione. Il primo intervento è riuscito sì, ma il problema non è solo la rottura di tibia e perone e di quella rottura del crociato anteriore sinistro che la mette in forte dubbio per le Olimpiadi di Milano e Cortina. Federica non è più giovanissima, potrebbe tornare a 37 anni. Maledetto infortunio, maledetta sfortuna.