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“E’ una vergogna: non andrò al Napoli”: ufficiale, il rifiuto è una vera bordata I “E non sono il solo ad averlo deciso”

"E' una vergogna: non andrò al Napoli"
Pallone Serie A – LaPresse – IlPosticipo.it

Alla fine arriva la scelta comunicata in diretta. Non torna più indietro e annuncia: “Non andrò a Napoli”.

Siamo entrati ormai nell’ultima parte del campionato di calcio di Serie A, con il risultato finale ancora in bilico e con due o tre squadre in lotta per lo Scudetto.

Con ancora 7 partite da giocare tutto è ancora aperto e Inter e Napoli (con un’Atalanta in difficoltà) si danno battaglia per conquistare il primo posto finale.

Ma le sorprese (questa volta in negativo) non accennano a finire. Le prossime giornate saranno infatti caratterizzate dalla scelta di un personaggio di spicco che ha preso una decisione coraggiosa.

In diretta nazionale l’arbitro di Serie A ha infatti deciso di non andare più a Napoli e di rifiutare la chiamata.

“Voglio vivere tranquillo”

Insulti, critiche e persino pestaggi: è questa la situazione con cui molto spesso gli arbitri italiani devono fare i conti. Non si tratta solamente di un problema che esiste nei campionati minori o addirittura giovanili. Anche la Serie A è infatti piena di accadimenti particolarmente gravi che costringono i direttori di gara a prendere provvedimenti disciplinari o addirittura a sospendere le partite.

Un contesto di violenza e pericolo che ha spinto Mario Guida a dire di no: “Nonostante non ci siano più le linee territoriali nella designazione dei direttori di gara – ha affermato l’arbitro in diretta a Radio CRC – io e Fabio Maresca abbiamo deciso di non arbitrare il Napoli”. Una scelta presa per mantenere la propria tranquillità personale, soprattutto dopo quello che era già avvenuto. “Quando ho commesso degli errori – ha continuato Guida – non era così sicuro passeggiare per strada o fare la spesa”.

"Voglio vivere tranquillo"
Tifosi del Napoli – LaPresse – IlPosticipo.it

“Una scena che mi ha colpito”

Guida ha spiegato che dietro la sua scelta “non vi è alcun retropensiero”, ricordando però che “A Napoli il calcio viene vissuto in maniera diversa rispetto ad altre città”. Un contesto che cambia molto quindi se confrontato con quello che si vive a Milano o Roma e in cui vi è molta più emotività.

Ma il pensiero dell’arbitro va anche ai recenti fatti di cronaca sportiva, in cui un giova arbitro di 19 anni è stato aggredito in Sicilia durante una partita nella categoria Under 17. Gli episodi di aggressione fisica quindi continuano e fanno spavento, lasciando un segno indelebile anche a livello professionistico: “Sono rimasto colpito – ha concluso Guida – dalla scena di una mamma in cui urlava ad un arbitro ‘Venduto!’ mentre questo veniva aggredito”.