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“Noi non scendiamo in campo”: pazzesco, le due squadre si rifiutano di giocare I “Troppi errori”

VAR
Il VAR nel calcio – lapresse – IlPosticipo.it

Decisione clamorosa da parte di due squadre che a causa dei troppi errori in campo, decidono arbitrariamente di giocare.

Il VAR non ci sta dando una mano. Non tanto per una tecnologia necessaria nel calcio del 2025, quanto più per un protocollo troppo discrezionale che non fa capire nulla né a chi scende in campo né a chi segue una partita in tv, o tramite qualsiasi tipologia di device.

Detto ciò, nessuna scusante per episodi di violenza che sono da condannare nella sua totalità, a prescindere da un errore arbitrale. Quello tra i direttori di gare e i giocatori in campo (allenatori compresi) è un equilibrio delicato, oggi più che mai in crisi, messo alla prova da una spirale crescente di tensioni, polemiche, fino ad arrivare a delle vere e proprie aggressioni. Verbali, o peggio ancora manesche.

Nel corso degli ultimi anni, gli episodi di intolleranza verso la classe arbitrale sono aumentati in maniera esponenziale. Secondo i dati dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), dall’inizio della stagione sono stati registrati oltre 150 episodi di aggressione nei campionati dilettantistici, di cui una trentina a danno di direttori di gara.

Un trend allarmante, che si estende anche alle categorie superiori con attacchi verbali, minacce ed haters che spopolano sui social network, rendendo un clima difficilmente sostenibile, sicuramente inaccettabile.

Episodi riprovevoli

Uno degli episodi più discussi è avvenuto lo scorso mese in Serie C, quando un arbitro è stato aggredito fisicamente al termine di una partita accesa, con dirigenti e giocatori che hanno invaso il campo contestando duramente alcune decisioni arbitrali.

Il gesto ha suscitato indignazione, ma anche riflessioni profonde sul clima che si respira attorno a chi ha il compito – mai facile – di far rispettare le regole. Da condannare, comunque, anche certe scelte di società, squadre e giocatori. Che, pur non utilizzando le aggressioni, mettendo in serio dubbio il sistema calcio e quel semplice più insostenibile rapporto con gli arbitri.

Torriglia
Torriglia, squadra della Seconda Categoria del genovese – instagram – IlPosticipo.it

A che punto siamo arrivati

Ha lasciato tutti di stucco la protesta innescata da due club di Seconda Categoria, nel genovese, che non hanno accettato la sanzione esagerata (di due anni) inflitta al portiere Stefano Bernini, facendosi in pratica giustizia da soli.
Torriglia e Sant’Eusebio hanno letteralmente smesso di giocare in segno di protesta, per circa tre minuti, restando praticamente fermi in campo, andando contro la prima norma del calcio, ossia la disputa di un incontro regolare.

A colpire il comunicato del Torriglia e quel passaggio che fa rabbrividire e riflettere: “Troppe volte abbiamo subito passivamente decisioni discutibili, è arrivato il momento che tutte le Società, compatte, chiedano maggiori tutele a propria difesa e a favore dei reali protagonisti dei campionati dilettantistici”. Non porta a nulla ledere i principi del calcio, allontana solo la gente da uno stadio o da un campo dilettantistico.