“Non sapevo chi scegliere così ho estratto a sorte”: confessione pazzesca del Presidente: “Purtroppo sei uscito fuori tu”.

Un retroscena clamoroso è l’occasione di una confessione pazzesca riguardante una vecchia conoscenza di un giocatore di Serie A.
C’è chi li chiama abbagli, chi giovani promesse non mantenute. In un calcio sempre più globalizzato, dove ogni estate sbarcano in Italia tanti giocatori provenienti da ogni parte del mondo, facile sbagliare un acquisto.
Giocatori non funzionali alle caratteristiche proprie di un allenatore, un po’ come Juric, chiamato da Lina Souloukou (l’ex CEO della Roma) non si sa perché a raccogliere l’eredità di Daniele De Rossi, pur sapendo che la visione del croato era completamente differente dal gruppo squadra giallorosso.
Solo un esempio. Non è raro in Serie A imbattersi in pesci fuori d’acqua. O in meteore: calciatori arrivati con grandi speranze e ripartiti nell’anonimato. Basti pensare a Kerlon, il fantasista brasiliano noto per il “dribbling della foca”, approdato all’Inter nel 2008 tra mille aspettative e condizionato da continui infortuni.
Qualcuno si ricorderà di Vincent Pericard, giovane talento francese arrivato alla Juventus a inizio anni 2000 e mai decollato, prima di finire nei dilettanti inglesi. C’è poi Bojan Krkić, no dei mille “nuovi Messi”: doveva essere un predestinato. Tutto è stato fuorché quello.
La storia passata diventa presente
Messi è stato anche il soprannome di Juan Iturbe, il “Messi guaraní”, che dopo un’ottima stagione al Verona sbarcò alla Roma con grandi speranze, rivelatesi ben presto effimere. E poi, di recente, è spuntato fuori Mohammed Aliyu Datti. Chi era costui?
Attaccante rapido, dotato di un buon dribbling e di una discreta tecnica, si mise in mostra con la Nigeria in Under 17. Fu il Padova a portarlo in Italia nel 2013, prima di passare al Milan. La grande occasione di Datti divenne in un amen sogno infranto. Dopo una breve esperienza in Primavera, due presenze in altrettante stagioni, venne ceduto in prestito al Monza. E poi al Siena, senza mai riuscire ad affermarsi in Italia.

L’incredibile scoperta
“Quando lo vidi insieme a Garba non sapevo chi scegliere, erano bravi tutti e due. Ma potevo tesserarne uno: così a tavola la sera tirammo a sorte. Ed uscì Aliyu”. È stato proprio Cesarino Vigano’, Presidente Padova, a rivelare l’incredibile scoperta.
Datti venne in Italia per puro caso. “Purtroppo sei uscito fuori tu”. A conti fatti la frase di un tifoso sui social, tendente all’haters, ha un fondo di verità. In primis non sapremo mai se Garba sarebbe stato più funzionale di Aliyu, certamente Datti è stato un acquisto sbagliato. Un abbaglio deciso dalla Dea Bendata, vista la sua esperienza in Italia. Non che in Europa abbia fatto meglio, visto che si ritirò mestamente in Belgio con il Dessel Sport, squadra della terza divisione belga. Tant’è.