“L’Inter? Mi dissero che avremmo giocato un calcio offensivo”: bordata pazzesca dell’orange I “E’ durata un mese”: poi la fuga in Premier

Arrivato a Milano con grandi credenziali, il giocatore non ha mantenuto le aspettative e alla fine ha deciso di emigrare Oltremanica
Nel corso degli anni ne sono passati di campioni all’Inter. Non tutti però hanno avuto le medesime fortune e dopo essere stati strapagati non sono riusciti a rendere per quelle che erano le loro reali capacità.
Soprattutto negli anni a cavallo tra fine anni ’90 e inizi 2000 all’ombra della Madonnina sono giunti molti calciatori che in estate hanno fatto sognare i tifosi, ma che già in autunno si erano già rivelati degli autentici flop.
Tra questi si possono tranquillamente annoverare Robbie Keane, Silvestre, Hakan Sukur, Vampeta, Luciano, Gresko e Van der Meyde solo per citarne alcuni. Sulla scia di quest’ultimo però se ne può menzionare un altro probabilmente più illustre.
Si tratta di un calciatore che nel resto della sua carriera ha fatto faville mentre nei due anni in nerazzurro dal 1993 al 1995 non ha lasciato alcun segno. Anzi, ad oggi resta uno dei più grandi rimpianti della storia della Beneamata.
Il bilancio delle sue due stagioni in nerazzurro
Si tratta di Dennis Bergkamp attaccante olandese che in patria era sbocciato nelle giovanili dell’Ajax, che ai tempi erano tra le più pregne di talento di tutta Europa. Nonostante ciò con i suoi 8 centri in 11 presenze fu tra gli artefici della conquista della Coppa Uefa nel 1994. Per il resto non ha lasciato troppe tracce nel nostro campionato. Di fatto non era per niente affine con le sue caratteristiche.
Proprio a tal proposito calciobidoni.it, ha riportato alcune sue dichiarazioni di qualche tempo dopo che esemplificano al meglio cosa c’è stato alla base del mancato feeling: “Arrivai in nerazzurro perché mi dissero che avremmo giocato un calcio offensivo: durò un mese. Ma andavo d’accordo con tutti. E Moratti mi chiese di restare”.

La rinascita di Bergkamp all’Arsenal
Alla fine però la separazione fu inevitabile e l’olandese nell’estate del 1995 passò all’Arsenal dove ha costruito le sue fortune conquistando tre Premier League (1997/1999, 2001/2002 e 2003/2004) e soprattutto tornando a segnare a raffica.
In 423 presenze tra campionato e coppe varie ha totalizzato ben 120 reti. Insomma, un bel bottino che testimonia che probabilmente il calcio italiano e i suoi tatticismi non erano per niente nelle sue corde. Ai tempi i nostri difensori erano meno teneri di adesso. Inoltre il livello generale della Serie A era al di sopra di quello della Premier League.